Ho detto in precedenza che l’aristocrazia non è semplicemente essere nobili, ma seguendo l’insegnamento di Plinio Corrêa de Oliveira e non solo, sappiamo esistere una aristocrazia dello spirito. Questa aristocrazia rende “nobile” che ne è investito grazie al suo lavoro nei vari campi del sapere umano. Ma esiste anche, come pur detto, una aristocrazia del male, che non serve il progresso materiale, morale e spirituale dell’umanità ma la sua perdizione. Ovviamente mi occuperò delle caratteristiche dell’aristocrazia buona. Quali sono queste caratteristiche?
Come ci ricorda Girolamo Muzio citato in precedenza, nobile e “gentilhuomo” sono la stessa cosa. Non si è nobili se non si coltiva quelle caratteristiche di comportamento e di portamento che formano la personalità di ogni vero gentiluomo. Ovviamente quello che diciamo vale anche per la gentildonna. Se accettiamo il ragionamento del Muzio che ogni nobile deve essere un gentiluomo, ne consegue che ogni gentiluomo a sua volta diviene “nobile”, pur non possedendo un titolo, acquista quella che potremmo definire una “nobiltà dello spirito”.
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