Da molto tempo avevo in animo di scrivere qualcosa su una associazione cattolica chiamato TFP, che significa Tradizione, Famiglia e Proprietà. Questo non solo per esperienza personale di questa associazione, su cui parlerò in seguito, ma anche perché mi è capitato di vedere come essa fosse a volte vilipesa in modo da creargli attorno una sorta di “leggenda nera”.
Prima di cominciare il mio studio che toccherà vari aspetti di questa associazione, devo dire che io non sono membro della TFP e non lo sono mai stato. Devo aggiungere che conosco questo gruppo da varie decine di anni, che ho collaborato ad alcune loro iniziative e che sono in ottimi rapporti con alcuni membri dello stesso. Detto questo, cercherò di essere onesto e oggettivo nelle cose che dirò, come credo di esserlo stato nel mio libro La destra del Signore si è alzata, in cui dedico un paragrafo alla TFP. Sono consapevole che tra chi mi legge esistono diverse sensibilità sulla TFP, come del resto esistono riguardo altri gruppi e movimenti. Quello che è il mio intendimento è di fare chiarezza su alcune questioni e non di giustificare in blocco tutto l’operato della TFP (di cui, ripeto, non sono membro) e dei suoi singoli membri. Vorrei capire le linee fondamentali d’azione dell’associazione comprendendole sullo sfondo della loro visione del mondo, che indegnamente è anche la mia, cioè quella cattolica.
Innanzitutto, cos’è la TFP? Nel 1960, il pensatore cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995) fonda la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade. Nel 1959 aveva pubblicato un saggio fondamentale, Revolução e Contrarrevolução, che sarà un testo molto influente non solo nell’ambito della neonata associazione, ma anche nella riflessione di un ambiente cattolico più ampio.
Ma perché Tradizione, Famiglia e Proprietà? Plinio Corrêa de Oliveira così lo spiega:
“Tradizione, Famiglia e Proprietà non è dunque un motto qualsiasi. È il trinomio anticomunista e antiprogressista per eccellenza, che suscita la simpatia di quanti amano la civiltà cristiana e l'avversione, se non addirittura l'odio, di tutti coloro che, in grado minore o maggiore, si sono lasciati infettare dal virus rivoluzionario”.
Lo stesso autore poi spiega la tradizione come qualcosa di vitale, non di atrofizzato:
“A che serve ricevere dai genitori un ricco patrimonio materiale se non viene accompagnato - almeno in stato germinale quando si tratti di famiglie nuove - da una tradizione, cioè un patrimonio morale e culturale? Tradizione, certo, che non è un passato atrofizzato ma la vita che un seme riceve dal frutto. Ossia, una capacità di germinare, di produrre qualcosa di nuovo che non sia il contrario dell'antico, ma il suo armonioso sviluppo e arricchimento. Vista così, la tradizione si amalgama armonicamente colla famiglia e colla proprietà, nella formazione dell'eredità e della continuità familiare. Questo principio si fonda sul buon senso e perciò lo recepiscono persino i paesi più democratici”.
Quindi una associazione che si mette sulla scia di tutto un pensiero controrivoluzionario che affondava le sue radici nella reazione agli sconvolgimenti sociali, politici e religiosi che scaturiranno dalla Rivoluzione Francese. Quindi una associazione controrivoluzionaria e quindi anti comunista, perché Plinio Corrêa de Oliveira vedeva il comunismo come uno degli elementi più devastanti di questa rivoluzione che, secondo la sua interpretazione, altro non era che una rivolta contro i fondamenti della civiltà cristiana.
La TFP si è diffusa poi in molti paesi del mondo, inclusa l’Italia. Alla morte del fondatore, essa ha conosciuto una battaglia legale e uno scisma interno con una fazione capitanata da Jõao Scognamiglio Clà Dias (1939) che nel 1999 fonda gli Araldi del Vangelo, che in seguito si doteranno anche di un ramo sacerdotale, a differenza della TFP che invece è rimasta sempre una associazione di laici cattolici. Gli Araldi del Vangelo verranno approvati dal Pontificio Consiglio per i Laici come “associazione internazionale di fedeli di Diritto pontificio” nel 2001. Gli Araldi del Vangelo sono stati commissariati nel 2019. Devo dire che conosco anche questo gruppo per essere stato per un certo periodo loro organista presso la chiesa romana a loro affidata di san Benedetto in Piscinula, proprio a cavallo del comissariamento. La nostra relazione si è conclusa per loro scelta adducendo “motivazioni economiche”, ma in modo sostanzialmente civile. Mi occuperò anche di loro in seguito.
Tornando alla TFP, Plinio Corrêa de Oliveira così ne descrive l’azione nel suo scritto La Crociata del secolo XX:
“È questa la nostra finalità, il nostro grande ideale. Avanziamo verso la civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata la civiltà medioevale. Avanziamo verso la conquista di questo ideale, con il coraggio, la perseveranza, la decisione di affrontare e di vincere tutti gli ostacoli, con cui i crociati marciavano verso Gerusalemme. Infatti, se i nostri antenati seppero morire per conquistare il sepolcro di Cristo, non vorremo noi - figli della Chiesa come loro - lottare e morire per restaurare qualcosa che vale infinitamente di più del preziosissimo sepolcro del Salvatore, cioè il suo regno sulle anime e sulle società, che Egli ha creato e salvato perché lo amino eternamente ?”
Parole molto profonde, “nobili” le potrebbero definire alcuni. Ma a questo punto varrà la pena dire qualcosa di più su Plinio Corrêa de Oliveira per comprendere meglio la TFP e le sue finalità.