Cosa penso dell’intelligenza artificiale/Intelligenza artificiale come ultima fase della rivoluzione gnostica? (3)
Giovanni Formicola
Giovanni Formicola nasce a Napoli nel 1957. A quattordici anni quattro mesi e ventitré giorni, conforme alla sua indole militante e apologetico-polemica, s’iscrive all’organizzazione giovanile d’un partito anti-comunista (in quanto anti-comunista, non era la Democrazia Cristiana). Il che gli provoca qualche fastidio negli anni di piombo. Sugli scaffali d’una libreria di nome e di fatto contro-corrente, tra i diciassette e i diciotto anni, adocchia la copertina bordata di rosso e con al centro, in campo bianco, un’aquila rampante recante un Sacro Cuore rosso. Era la seconda edizione italiana (Cristianità, Piacenza 1972) del saggio di Plinio Corrêa de Oliveira Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. Viene attratto perché se il comunismo è Rivoluzione, allora un’anticomunista è contro-rivoluzionario, ma anche perché già da allora gli dava gusto l’eccentricità rispetto al suo tempo, per il quale reazionario e contro-rivoluzionario, anche tra gli anti-comunisti, erano termini d’uso balistico. Legge prima il saggio introduttivo di Giovanni Cantoni, fondatore e Reggente Nazionale di Alleanza Cattolica, l’associazione editrice, e ne rimane folgorato. È una progressiva messa a fuoco di quel che pensava e non sapeva ancora di pensare, della storia unitaria d’Italia e delle sue proprie prospettive esistenziali. Ma lascia che il tempo faccia il suo corso. Solo due tre anni dopo, a vent’anni, incontra Alleanza Cattolica, nel delizioso salotto demodé d’un appartamento a Salerno. Anche questo incontro è per lui un tombolazo. Riprende l’interrotta pratica religiosa (anche con i performanti Esercizi spirituali di Sant’Ignazio), ed inizia a militare, prima di fatto, poi anche formalmente dalla primavera del 1979, nell’associazione, di cui è Reggente Regionale per la Campania e la Lucania dal 1987. Curiosamente, l’incontro con AC coincide temporalmente con la sua sistemazione affettiva. Appena iniziati i fatali 1980, si laurea, si dimette dal Banco di Napoli sotto lo sguardo smarrito della madre e della fidanzata, e inizia la professione di penalista, che sarà il suo terzo mestiere, dopo quello di marito e padre, e quello di militante contro-rivoluzionario. Dopo quasi quarant’anni di militanza in Alleanza Cattolica, questa lo allontana, preferendogli lo Statuto delle convivenze omosessuali, nel quale «investe molto» – pensando (illudendosi) di arginare così il DDL Cirinnà che ha portato alle Unioni Civili omofile –, e preferendogli anche un’interpretazione di Amoris Laetitia opposta a quella dell’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Gerhard Ludwig Müller. Cose cui la sua coscienza non avrebbe mai potuto piegarsi. Peccato che la raccomandata di licenziamento (proprio così) sia stata motivata con una grossa e diffamatoria bugia e tacesse le vere ragioni dottrinali. Durante la sua militanza ha tenuto almeno duemila tra riunioni e seminari di formazione e circa cinquecento interventi pubblici. Ha pubblicato due volumetti con l'editore senese Cantagalli, Il Sessantotto. Macerie e speranza (2018), e Difesero la fede, fermarono il comunismo. La Cristiada, Messico 1926-1929. La Cruzada, Spagna 1936-1939 (2019). Ha collaborato a vari giornali e riviste, sia in edicola che digitali, e all’opera collettanea A maggior gloria di Dio, anche sociale. Scritti in onore di Giovanni Cantoni nel suo settantesimo compleanno, edito da Cantagalli nel 2008, con un piccolo studio intitolato Il PCI, Gramsci e la Rivoluzione culturale italiana. Ha avuto l’onore di scrivere la prefazione all’Antologia della contrapposizione. La lotta del bene contro il male, di Alessandro Bifulco, edita da Franco Di Mauro nel 2017, e a La destra tradita di Pietro Diodato, auto-edizione del 2024. Ha fatto anche parte del Comitato Regionale campano di Bioetica e del Comitato Scientifico della Fondazione Magna Carta, nell’ambito della quale è stato interventore dal 2008 agl’Incontri di Norcia, e quindi presente in ognuna delle edizioni dei relativi atti. Oggi anima una sua versione dell’Opzione Benedetto, riferita ovviamente non al Papa scomparso, ma al santo di Norcia.
Alla maniera dei nostri valorosi medievali, mi piace premettere una rapida explicatio terminorum, anche se può sembrare pedante e risultare superfluo.
1. Intelligenza: intus legere, cioè, oltre il sapere, penetrare realtà e pensieri, cioè capire, e non sempre le due cose coincidono. Intelligenza è dunque capire, andare oltre la mera nozione, oltre l'apparenza sensibile. Non a caso la sua funzione, l'intelletto, è uno dei doni dello Spirito Santo.
2. Artificiale: artificium, fatto con arte, in contrapposizione a naturale, cioè meccanico ed eterodiretto, privo di libertà e vita propria. Quindi, mero accumulo di dati e informazioni immessi dall'artefice. Non può esserci perciò intelligenza, ma solo programmazione di conclusioni secondo gli algoritmi ideologicamente condizionati dal "padrone". Naturalmente (il paradosso dell'artificio) è assai utile per calcoli, misurazioni, soluzione di problemi tecnici.
3. Così identificati i termini, la loro associazione è un ulteriore passo nella direzione del non capire, che è precisamente la condizione dell'uomo moderno, che si è chiuso al Cielo, separandolo (rectius, esiliandolo) dalla terra, e quindi non è più capace di cogliere l'essenziale oltre il dato sensibile, oltre l'apparenza, oltre l'utilità pratico-tecnica, il che, questo "oltre", è appunto "capire", che altro non è se non essere capax Dei. E non è più capace perché non lo vuole, e non lo vuole perché la voce dell'essere lo impegna troppo, ed allora meglio limitarsi a calcolare, inventarsi sistemi e darsi strumenti sempre più sofisticati, che ascoltarla.
4. Lo possiamo dire con le parole del grande pensatore e politologo statunitense Russell Amos Kirk (1915-1994), un conservatore culturale, secondo le categorie nordamericane, in realtà di fatto un contro-rivoluzionario secondo altre categorie, cioè un uomo che, davanti alle rovine spirituali, morali, sociali, politiche, economiche causate dal plurisecolare processo della Rivoluzione anti-cristiana, si diede la missione, nella battaglia delle idee, di contribuire ad una rettifica dello stato di cose, che si muovesse nel senso diametralmente opposto a quello rivoluzionario. Cioè, si propose, e vi dedicò la sua vita, il contrario della Rivoluzione. Le sue parole, scritte ben prima che se ne parlasse, si adattano perfettamente alla questione dell'Intelligenza Artificiale (IA), basta sostituirla a computer. "Senza dubbio la prevalenza del computer potrà darci diversi benefici materiali. Fino ad ora, tuttavia [...] il computer e la sua Società Informatizzata rappresentano un danno. I computer sembrano essere concepiti per indebolire la ragione individuale e rendere molti di noi dipendenti da un'élite di programmatori di computer; essi possono trasformarsi in potenti nemici della forma mentis filosofica" (Coltivare i desolati territosi del sistema educativo, in Idem, La prudenza come criterio politico, trad. it. Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2002, [1993] p. 197). Insomma, dell'ordinaria e giusta sequenza che dall'informazione passa per la conoscenza e giunge alla saggezza (intelligenza del senso), l'IA non può andare oltre il primo passo.
5. Purtroppo, godrà di un enorme prestigio, come tutto ciò che dilata le possibilità del fare in un mondo che sceglie da tempo il "come" e trascura, anzi ignora, il "perché" (Victor Frankl). E poiché il "come" è verificabile nel risultato pratico, esso diventa l'unico criterio dell'agere. Quindi, ciò che - sempre di più, in modo sempre più smisurato - è tecnicamente possibile, non è solo lecito, ma persino doveroso. Si pensi alle applicazioni eugenetiche e eutanasiche che decidono della procreazione artificiale (ritornano dominio e potere dell'artefice contro la natura e il suo ordine), dell'aborto, del fine vita.
6. Allora, al di là del banale e un po' patetico discorso del Papa ai potenti della terra ("bisogna usare l'IA per il bene e non per il male", senza preoccuparsi di designare l'uno e l'altro - per esempio menzionando il criterio della legge naturale iscritta da Dio nel cuore d'ogni uomo -, mancanza che consentirebbe a qualunque SS d'essere in fondo convinto di agire per il bene dell'umanità sterminando gli ebrei), l'IA è l'ennesima manifestazione di progressione della ubris umana, essenza e motore della malefica Rivoluzione gnostica.
7. Il declino, per non dire l'annichilimento, antropologico di cui siamo testimoni, verrà dalla IA accelerato in modo esponenziale. E a viste umane non vi sono speranze - al di là appunto d'un sempre possibile, ma imprevedibile, tombolazo da parte della Provvidenza -, se non dopo e solo dopo le ulteriori e sempre più profonde catastrofi morali e sociali che inevitabilmente causerà. Quando, forse, gli uomini sapranno decidere loro, in forza di un intelletto e di una sapienza che l'IA non potrà mai avere, e quindi dare.