Spesso sentiamo parlare della tradizione e non sempre riusciamo a spiegare che cosa questa parola significa, perché essa può essere usata in tanti contesti che sono tra loro veramente diversi in importanza e peso. Ad esempio la tradizione di fare il presepe non è la stessa cosa dell’idea di tradizione nella Chiesa cattolica, che naturalmente prende un significato molto più profondo ed importante. Quello che c’è in comune è questa idea di tramandare, l’idea che noi siamo l’anello di una continuità. Questo ci è evidente se solo riflettiamo sulla nostra famiglia, che ci dà una immagine viva della tradizione. Noi veniamo dai nostri padri e diamo vita ai nostri figli. Questa idea di continuità è importante, non solo a livello personale, ma anche a livello sociale. La tradizione non ci impedisce di progredire, anzi essa è garante di ogni progresso che può esistere soltanto quando prima di fare un passo avanti si poggia bene il piede dietro. Poggiare bene il piede posteriore garantisce che il passo sia corretto.
La tradizione è come un messaggio che viaggia fra le generazioni.
In questo modo la tradizione è una continuità fra noi, coloro che ci precedono e coloro che ci seguiranno. Questo è un meccanismo biologico ma esistono anche tradizioni spirituali che sono altrettanto, forse più, importanti. In questo senso siamo tutti “tradizionali”, cioè non possiamo prescindere dall’essere immersi in un fluire vivo di questa corrente che passa attraverso di noi ma che non inizia e non finirà con noi. Quindi, essere contro la tradizione è innaturale, è andare contro quello che noi siamo e quello che ci forma in senso quasi archetipo.
Come ho detto, ci sono tradizioni e tradizioni, non tutte hanno la stessa importanza e lo stesso peso. Ovviamente il mondo del cosiddetto “tradizionalismo” non si preoccupa di difendere la tradizione dell’albero di natale, ma guarda a cose molto più importanti. Quello che dobbiamo capire è che guardare a questo mondo ci aiuta a capire cosa perdiamo quando non guardiamo alla tradizione con il dovuto rispetto e con la dovuta riverenza. Certamente non bisogna prendere tutto il tradizionalismo come se esso sia esente da pecche. Ci sono esaltati nel mondo tradizionalista come altrove. Eppure c’è anche molto di buono, che non va perso perché alcuni non sono all’altezza della grandezza dei propri ideali.
Del resto, cosa abbiamo avuto in questi decenni di disprezzo per l’idea di tradizione? Un abbassamento di tutti gli standard teologici, artistici, disciplinari. La tradizione è un porto sicuro ma comporta responsabilità e non dobbiamo vederla come una cosa arida e fissa. Essa evolve ma non in avanti, in profondità.