Descrivere il rapporto che corre tra Dante e la Tradizione è cosa che potrebbe concludersi già con questo titolo dacché la nostra maggior Musa è la Tradizione fatta persona nei termini storici, letterari, morali e, soprattutto religiosi, cattolici nel caso di specie. Sappiamo, tuttavìa, essere, l’argomento, di non facile ed immediata presa intellettiva, tanto più che, da circa due secoli – e lo scrivemmo su “Dante, ieri, oggi, sempre” Ed. Chorabooks 2021, pag. 89 – bolle una pegola spessa in cui, eminenti e oscuri dragomanni, interpreti e commentatori della Divina Commedia, invischiano la bellezza della sua poesia, la profondità e l’altezza del suo pensiero, la purezza e la solidità adamantina della sua fede cattolica appastandole con riferimenti, corrispondenze e accostamenti ora all’area ghibellina, ora al settore alchemico, ora al territorio eretico, ora alla fascia esoterica. Abbiamo dimostrato la falsità di simili fanfaluche con abbondanza di prove confutandole con le stesse opere di codesti pifferai, lieti,noi, di averne messo in ridicolo l’intera tessitura delle loro iperboliche, prolisse e gotiche fantàsime.
Ciò, in quanto necessario quale avvìo allo svolgimento del tema.
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