Mentre scrivo queste righe mancano pochi giorni alle elezioni americane, con la contrapposizione tra due candidati: Donald Trump e Kamala Harris.
Alcuni, anche nel campo tradizionale-conservatore, hanno difficoltà ad appoggiare un personaggio come Trump e non si può dargli tutti i torti. Ma quello che dovrebbero sapere è che quando si elegge un leader, si elegge soprattutto il suo contorno, cioè coloro che in pratica saranno in grado di implementare le politiche governative che la base elettorale si aspetta dal suo candidato.
In questo Trump ha molto in comune con Silvio Berlusconi e con altri personaggi di questo tipo, penso in Francia a Bernard Tapie. Dunque qual è la funzione di Trump, quale era la funzione di Berlusconi? È quella di essere degli straordinari venditori, sono i frontmen di cui hanno bisogno certi agglomerati di potere per far avanzare le proprie politiche.
Trump non va studiato sotto un punto di vista politico, piuttosto sotto un punto di vista sociologico e di marketing. Dario Fabbri, nel suo Geopolitica umana, dice quanto segue:
“Per ragioni incomprensibili considerato dai media al pari di un monarca, al punto da salutarne l’avvento come l’inizio di una nuova era, il presidente statunitense dispone di poteri quasi nulli. Né è tecnicamente in grado di elaborare una propria dottrina, benché i media gliene attribuiscano puntualmente una”.
Questi leader carismatici sono in realtà dei catalizzatori di energie di pensiero che ovviamente richiedono ben altri protagonisti per liberarsi.
Certo, a noi viene facile identificare un periodo come il “ventennio berlusconiano”, ma in realtà Berlusconi poteva poco o nulla senza Tremonti, Ferrara, Brunetta, Martino, Urbani e tanti altri. Sono queste persone che, nel bene e nel male, hanno riempito di contenuti la proposta venduta da Berlusconi. Per Trump è esattamente la stessa cosa. E per quanto ad alcuni di noi possa sembrare paradossale che i leaders vengano identificati con tali personaggi, loro sono esattamente quello che la gente vuole da loro, dando impressione di benessere, carattere, simpatia…è la democrazia, bellezza!
Il problema non è tanto Trump, quanto l’alternativa rappresentata da Kamala Harris, che infatti gode del supporto quasi totale di quel mondo dello spettacolo americano che non a caso è tra i maggiori responsabili del degrado valoriale e morale a cui assistiamo.
Eppure questo sembra un paradosso: cercare un’alternativa morale in imprenditori che in quel campo ne hanno combinate parecchie. Ma in fondo non interessa un leader furbetto o che dorme con tante donne, anzi è qualcosa con cui molti, sotto sotto, simpatizzano. Quello che si chiede è che sappia vendere un sogno, e in questo sia Trump che Berlusconi vanno considerati maestri.