Il 25 settembre si svolgeranno in Italia le elezioni politiche nazionali da cui uscirà il nuovo Parlamento, il quale a sua volta determinerà il nuovo Governo.
La Dottrina sociale della Chiesa, ovvero quel particolare insegnamento della Chiesa nell’ambito della teologia morale avente per oggetto la vita socio-politica dell’uomo, costituisce il quadro dottrinale entro cui e alla luce del quale si dovrebbe dare e il voto cattolico e l’azione politica dei cattolici eventualmente eletti in Parlamento.
La Dottrina sociale della Chiesa non è una mera elencazione di doveri o principi morali, è un corpus organico che disegna, a partire dal realismo metafisico classico-cristiano (la filosofia-teologia di san Tommaso d’Aquino ne è la sintesi e il vertice) e dalla Divina Rivelazione socialmente incarnatasi nella realtà storica della Cristianità (da Teodosio il Grande alla Rivoluzione francese, in particolare il medioevo latino definito da papa Leone XIII l’età in cui “la filosofia del Vangelo governava gli Stati; l’influenza della saggezza cristiana e la sua virtù divina compenetravano le leggi, le istituzioni, i costumi dei popoli, tutte le categorie e tutte le relazioni della società civile” enc. Immortale Dei), un quadro di comprensione del diritto e della politica, dell’economia e della vita sociale radicalmente altro da quello caratterizzante la modernità assiologica. Così la Dottrina sociale della Chiesa fu concepita e presentata da Leone XIII e dai Papi che, in continuità con lui, proseguirono lo sforzo magisteriale in ambito sociale.
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