Da molti anni oramai, un gruppo di fedeli cattolici ha deciso di reagire alla crisi della Chiesa cattolica rifugiandosi nel tradizionalismo. Come non comprendere questa reazione, quando quasi ogni giorno siamo sottoposti alle evidenze che ci parlano della grave situazione in cui la Chiesa cattolica si trova? Sembra difficile non essere d’accordo sulla reazione di alcuni cattolici che, volendo conservare la propria fede, cercano nella soluzione del tradizionalismo un porto sicuro.
Eppure bisogna stare bene attenti e cercare di vedere le cose in una giusta prospettiva. A volte il tradizionalismo può essere una trappola non minore di quella da cui si intende fuggire. Innanzitutto è complesso parlare in sé di tradizionalismo come esso fosse una cosa univoca. Esso è un fenomeno multiforme è spesso con differenze marcate tra i vari gruppi e protagonisti. Ci sono vari tradizionalismi che risentono di diverse posizioni teologiche e diversi interessi specifici nel campo della tradizione. Poi bisogna riflettere su qual è lo scopo essenziale del tradizionalismo: penso che nessuno contesterà che esso si pone come un supporto affinché la Chiesa cattolica possa recuperare la sua identità. Quindi la posizione dei tradizionalisti è di attesa, l’attesa che la crisi attuale passi e che la Chiesa cattolica possa risplendere di tutta la sua gloria.
Quindi, ne consegue che bisogna essere bene attenti che il tradizionalismo non divenga una casa, al massimo esso è un rifugio; ci si ripara in esso finché il “bombardamento” modernista non abbia fine. Bisogna essere molto attenti che esso non divenga una casa, perché il tradizionalista per primo dovrebbe sapere che al di fuori della Chiesa non c’è salvezza ed essa è l’istituzione guidata dal legittimo successore dell’apostolo Pietro. Ora, qui vi è naturalmente una ulteriore parcellizzazione del tradizionalismo cattolico, perché alcuni riconoscono il presente Pontefice come il legittimo successore di san Pietro pur criticando le sue azioni mentre altri si rifugiano in posizioni teologiche alternative a quella del “riconosci e resisti”, pensiamo ai sedevacantisti, ai sedematerialisti e via dicendo. In ogni caso il tradizionalismo cattolico non può essere elevato a sistema, esso è un rifugio d’emergenza. Bisogna stare molto attenti che esso non divenga un sistema compiuto ed alternativo alla Chiesa cattolica ufficiale per varie ragioni. La prima è che i sistemi tendono a perpetuare sé stessi e questo non dovrebbe essere lo scopo del tradizionalismo, per cui la massima aspirazione dovrebbe essere di non essere più necessario in quanto la Chiesa cattolica finalmente tornerà ad essere ciò che deve essere; il rischio dell’isolazionismo porta poi a credersi una alternativa sostanziale alla Chiesa cattolica ufficiale. Mi spiego meglio: certamente al momento il tradizionalismo è un alternativa de facto, nella pratica, che permette di vivere la propria fede senza dover essere sottoposti alle deviazioni che purtroppo sono così presenti nella Chiesa di oggi, ma esso non deve divenire una alternativa de iure, cioè una specie di “nuova Chiesa”. Se si crede in modo cattolico, malgrado tutto, si deve credere che l’unico che può legiferare in questo senso è il Papa.
Capisco che questa è una situazione di lacerazione per molti e anche capisco che spesso alcune soluzioni che sembrano facili sono tentazioni a portata di mano: ma se il tradizionalista vuole essere coerente con sé stesso deve ricordare quanto detto sopra, extra Ecclesiam nulla salus, al di fuori della Chiesa non c’è salvezza e questa Chiesa non è una costruzione ideale del nostro pensiero, ma è quella stabilita da Cristo e guidata dal Papa.
Ma come si può seguire la Chiesa oggi? Capisco bene questa domanda che è legittima e dolorosa. Sappiamo che la dottrina è deturpata, la liturgia sfigurata, la fede in pericolo. Il tradizionalismo attuale trae origine da tutto questo che è innegabile. Il problema non è l’analisi della situazione, che può essere impietosa, il problema è la soluzione che alcuni sembrano adombrare, cioè che la situazione definitiva è il tradizionalismo. No, quello che un tradizionalista autentico dovrebbe desiderare è di essere cattolico, non di essere tradizionalista. Ma come si fa nella Chiesa di oggi? Sappiamo bene che la soluzione alla crisi non sarà immediata e quindi ancora non poche generazioni dovranno vivere questo dramma.
Qual è la soluzione? Mi piacerebbe dire di avere una risposta, ma purtroppo non è così. Insieme all’amico e giornalista Aldo Maria Valli abbiamo cercato di rappresentare questo dramma in un libro che non poche persone hanno trovato adatto a rappresentare il loro dramma di cattolici nella Chiesa di oggi: Sradicati. In effetti oggi molti si sentono sradicati dalla loro casa, come se essa sia stata invasa da forze ostili e non sia più abitabile. Ma essa rimane la nostra casa e dobbiamo resistere con tutte le forze alle facili soluzioni e alle false alternative.