In questi giorni, molto si sente parlare degli scenari post Benedetto XVI. Una delle cose che si sentono dire, riferendosi a certe dichiarazioni critiche di Mons. Georg Gänswein, è che ora egli sarebbe a capo dei conservatori o dei tradizionalisti. Come al solito la stampa, e non solo, fa confusione confondendo i termini. Oggi un conservatore potrebbe essere qualcuno che intende applicare il Vaticano II senza fughe in avanti, cosa che non si può dire per un tradizionalista che solitamente ha un atteggiamento critico verso il Concilio.
Poi, Mons. Gänswein non può essere il capo del movimento tradizionalista per una ragione molto precisa: il tradizionalismo non esiste, esistono i tradizionalismi con differenze spesso notevoli tra un gruppo e l’altro. Anche all’interno di gruppi che seguono tesi teologiche simili ci sono differenze e nessuno, dico nessuno, ha l’autorità di dare la patente di “tradizionalista”, non esiste un “Papa del tradizionalismo”.
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