Il vivere aristocratico sia come eredità di nobiltà sia come nobiltà di spirito non solo ai nostri tempi è necessaria, ma direi che è anche di grande urgenza. Credo che pochi tempi siano imbarbariti come quelli attuali.
Il ritorno alle maniere, anche quelle dello spirito ma non solo, non può che essere auspicato da tutti. Come sarebbe bello se tutti ci rendessimo conto che saper comportarsi di fronte agli altri è un segno di civiltà importante a cui non si dovrebbe mai rinunciare. Come è bello quando dal comportamento di una persona traspare l’eleganza dei modi e del portamento. Queste erano qualità tenute in grande considerazione un tempo, specialmente nel mondo dell’aristocrazia ma non solo. Ricordo alcuni contadini amici della mia famiglia che avevano un garbo tutto a loro proprio, delle maniere veramente signorili. Un tempo tutto questo veniva coltivato a tutti i livelli, oggi ci piace vivere nella barbarie.
Nell’imbarbarimento generale, come ho già detto, ha certamente contribuito una certa influenza di una cultura americana deleteria, darsi del tu e chiamarsi per primo nome anche tra sconosciuti ha contribuito a cancellare quei livelli che sono importanti per il buon funzionamento di una società. E qui, sia ben chiaro, non stiamo parlando di superiore o inferiore, ci mancherebbe altro, ma semplicemente di dare a Cesare quello che è di Cesare. Purtroppo questo appiattimento verso un equalitarismo falso ha tirato giù tutto un modo di essere che garantiva il buon funzionamento delle società e l’avanzamento della civiltà. Oggi si ha quasi un orgoglio nel ritrovarsi come incivili, sembra quasi qualcosa di cui bisogna andare fieri.
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