Per i ben noti problemi fisici del Pontefice, Egli non parteciperà alla processione del Corpus Domini, tradizionale appuntamento religioso per il pubblico romano e non solo. Il rito che si svolgeva dalla Basilica di san Giovanni in Laterano a quella di santa Maria Maggiore a Roma è stato cancellato. Certo si comprende che non essendo in condizioni di deambulare tantomeno possa prendere parte ad un evento del genere. Si resta perplessi nel riflettere che l’evento non potesse essere mandato avanti senza la partecipazione del Papa, magari con un Cardinale di peso. È stato sempre un appuntamento di enorme impatto per romani e turisti. La cerimonia ovviamente si svolge in altri luoghi, come nella Basilica di san Pietro, ma questo era un appuntamento clou.
Nel passato per vari anni sono stato organista di questa processione con i due predecessori di papa Francesco. È stato sempre un evento di grande partecipazione popolare e ci ricorda proprio quella idea del popolo di Dio tanto sbandierata dal Concilio Vaticano II, un popolo in cammino insieme guidato dalla devozione eucaristica che è al cuore della nostra fede. Noi non crediamo che la salvezza verrà dal Papa ma eventualmente tramite lui, che non è il termine ultimo della nostra devozione. Quel raduno cattolico ci insegnava ad apprezzare la leadership del Papa verso l’Eucarestia.
Io avrei fatto svolgere la processione guidata magari da un Cardinale, perché l’idea è che è l’Eucarestia che fa la Chiesa non il contrario. Giovanni Paolo II apriva nel 2003 così la sua enciclica Ecclesia de Eucharistia: “La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un'esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un'intensità unica. Da quando, con la Pentecoste, la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza, ha cominciato il suo cammino pellegrinante verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire le sue giornate, riempiendole di fiduciosa speranza. Giustamente il Concilio Vaticano II ha proclamato che il Sacrificio eucaristico è «fonte e apice di tutta la vita cristiana». « Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini ». Perciò lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell'Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore”. Certo senza il Papa manca un’attrazione importante per il popolo ma non bisogna dare l’impressione che la processione è per portare in giro il Papa e non l’Eucarestia. Credo che in tempi in cui si cerca di riorientare tante convinzioni, questa sarebbe stata proprio importante. Il Papa presiede ma non è l’oggetto di quello che accade in quelle strade.
Ripeto che le attuali condizioni fisiche del Pontefice non consentono di camminare e quindi è giustificata la sua assenza, ma ricordo che Giovanni Paolo II si faceva portare quando a malapena parlava e tantomeno camminava. In questo modo sembra, e dico sembra, che queste cerimonie sono tutte una costruzione umana dove sempre meno si sente Dio. Ripeto che è evidente che il Papa ha problemi di deambulazione ma è anche evidente che non dobbiamo trasformare il Papato nel papismo. Purtroppo questo è stato già fatto e non è colpa di questo Papa ma anche di tanta, troppa papolatria nel passato nel mondo cattolico anche conservatore che ora si è fatalmente ritorta contro agli incauti creatori.
Dobbiamo accettare che Roma da città sacra e rituale, come fu ben definita, si è trasformata in modi che mai avremmo immaginato.