Ci sono poi i gruppi tradizionalisti che hanno un atteggiamento diverso verso il “riconosci e resisti” che viene applicato dalla maggior parte del tradizionalismo cattolico, cioè dire che il Papa è effettivamente la persona che occupa la sede di Pietro (nel nostro caso Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco) ma si deve resistere comunque alle derive progressiste nella Chiesa. Ci sono altre posizioni rispetto a quella della maggior parte del tradizionalismo cattolico.
Cominciamo dal sedevacantismo, così spiegato in un testo del cesnur (a cura di Pierluigi Zoccatelli e Massimo Introvigne): “Nel 1991 Stefano Filiberto, già seminarista a Ecône, in Svizzera, della Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata da mons. Marcel Lefebvre – e che dal 2007 al 2010 sarà sindaco di Feletto (Torino) –, fonda a Torino assieme ad altre persone l’Associazione Santa Maria “Salus Populi Romani” e la rivista Il Nuovo Osservatore Cattolico, che intende distinguere la sua posizione da quella di altri gruppi con cui pure condivide la convinzione che l’attuale Papa e i suoi predecessori dal venerabile Paolo VI (1897-1978) – se non da san Giovanni XXIII (1881-1963) – siano formalmente eretici e apostati dalla dottrina cattolica tradizionale. L’Associazione si riferisce all’insegnamento teologico secondo cui “chi è fuori della Chiesa non può esserne il capo” (così san Roberto Bellarmino, 1542-1621); quindi, non solo il Papa non è più tale quando cade in eresia, ma chi è già eretico prima del conclave non può essere validamente eletto al pontificato. Un eretico che non condivide la fede cattolica – come una donna, o un bambino – non può validamente ricevere la forma del pontificato. Paolo VI – con qualche dubbio – e Giovanni Paolo II (1920-2005) – con certezza – hanno, secondo l’Associazione, professato eresie già prima della loro elezione, dunque non sono mai diventati veramente Papi”. Quindi, prendendo qui l’esempio dell’Associazione Salus Populi Romani (non sono sicuro se ancora in attività) capiamo che il sedevacantismo ritiene i Pontefici almeno dal Concilio come non validi in quanto caduti in eresia.
Il sedeprivazionismo ha una posizione più sfumata espressa nella Tesi di Cassiciaco elaborata da Mons. Michel Guérard de Lauriers, che dice in sintesi che dal 7 dicembre 1965 (promulgazione della Dignitatis Humanae) “Paolo VI (1897-1978) e i suoi successori, pur occupando legalmente la sede di Pietro in seguito a una valida elezione, non godrebbero più della autorità pontificia e non sarebbero più divinamente assistiti. In altre parole, essi sarebbero Papi solo “materialmente” ma non “formalmente” (e, in parallelo, quanto al potere di giurisdizione, i vescovi nominati dagli “occupanti della Sede Apostolica” – da Paolo VI in poi – non hanno l’autorità, esattamente come non hanno l’autorità i suddetti occupanti). Spetterebbe allora ai cardinali o ai vescovi residenziali rivolgere all’occupante della Sede Apostolica – da ultimo Papa Francesco, che l’Istituto Mater Boni Consilii reputa non avere “oggettivamente l’intenzione di governare la Chiesa accettando il Sommo Pontificato”, “rendendo così totalmente vacante la Sede”, come recita un comunicato emanato due giorni dopo l’elezione al soglio pontificio, e il cui nome non è dunque menzionato dai sacerdoti dell’Istituto nel canone della Messa – delle “monizioni canoniche”. Se il Papa persiste nel suo errore, non lo è più neppure materialmente e il “concilio generale imperfetto” (cardinali o vescovi residenziali) dovrebbe procedere a un nuovo conclave. Nel caso abiuri i suoi errori, egli diverrebbe Papa anche formalmente” (cesnur.org). Qui in Italia la posizione è soprattutto rappresentata dal succitato Istituto Mater Boni Consilii, molto attivo in tutta la penisola. Ma anche all’estero, specialmente negli USA, questa posizione ha una certa rilevanza.
Poi abbiamo uno sviluppo abbastanza recente, quello di chi viene definito “benevacantista”, cioè che sostiene che papa Benedetto XVI non ha rinunciato mai al suo Pontificato e che continua ad essere il vero Papa, quindi papa Francesco di conseguenza sarebbe un anti Papa. La posizione è ben rappresentata dal gruppo che fa capo al sacerdote don Alessandro Minutella e il suo “Piccolo resto” e viene teorizzata nei vari scritti del giornalista Andrea Cionci, molto attivo nella promozione di questa teoria.
Alcuni degli appartenenti specialmente al campo sedevacantista sostengono una posizione conclavista, cioè che si debba riunire un nuovo conclave per eleggere un Pontefice “valido”.
Le posizioni a volte sono sfumate e non si può negare che anche in questi gruppi ci siano persone di grande spessore intellettuale. Per loro ovviamente l’opposizione del Vaticano al mondo tradizionale non fa grande problema, in quanto a vari livelli e su vari gradi non riconoscono l’autorità delle persone che occupano la sede Papale. (Continua)