Per chi osserva le cose della Chiesa sul mondo tradizionale, non vi è dubbio che negli ultimi anni si sia notata una decisa stretta verso coloro che si sentono legati alle forme liturgiche tradizionali (e non solo) della Chiesa cattolica. Mentre avevamo assistito ad un’apertura sotto Benedetto XVI, sotto Francesco si vanno progressivamente restringendo gli spazi e scoraggiando i fervori anche nel mondo giovanile.
Molti sono indignati per questo e si interrogano sul motivo di tanta acredine, che sembra non essere finita con l’ormai famoso Traditionis Custodes, ma sembra avrà ulteriori tappe verso marzo o aprile. Si capisce l’indignazione di persone che vedono la Chiesa predicare tolleranza verso tutti, acettare sacerdoti che hanno fatto dell’abuso liturgico oramai un uso, ma non verso di loro.
Quale politica nasconde l’attuale strategia verso il mondo tradizionale? Un messaggio chiaro riguarda il tentativo di imporre come irreformabili leggi ed eventi che in realtà dovrebbero esserlo, come per esempio un Concilio che oramai viene visto quasi come l’evento fondante di una nuova Chiesa. Ma questa non era l’intenzione della gran parte dei padri conciliari così come di chi il Vaticano II lo ha convocato. Questa strategia purtroppo la si osserva nella strana fretta di canonizzare tutti i Papi del Concilio, mentre quelli prima sembrano tutti sporchi e cattivi. Ora, io non discuto la santità personale nel merito di ogni Papa…ma tutta questa fretta?
Poi non ci è stato ripetuto che la Messa tradizionale poteva e doveva essere riformata? Ma questo lo sapevamo, cambiamenti ed aggiunte sempre sono occorsi, il problema è lo stravolgimento che è stato fatto. Nessuno mi potrà convincere che passare da Palestrina a Le tue mani son piene di fiori fa parte dello sviluppo organico del rito. Eppure nel 2017, ai rappresentanti del Centro di Azione Liturgica, papa Francesco ha detto: “Non si tratta di ripensare la riforma rivedendone le scelte, quanto di conoscerne meglio le ragioni sottese, anche tramite la documentazione storica, come di interiorizzarne i principi ispiratori e di osservare la disciplina che la regola. Dopo questo magistero, dopo questo lungo cammino possiamo affermare con sicurezza e con autorità magisteriale che la riforma liturgica è irreversibile”. Quindi non si capisce bene come mai il rito tradizionale può essere reversibile mentre questa riforma liturgica, “con autorità magisteriale”, non lo è. Ma quale strategia denota tutto questo e chi sono gli interessati? Guardiamo meglio. (Continua)