Alcuni pensano che negli ultimi decenni si sia posta un’enfasi eccessiva sull’assemblea dei fedeli, come se lo scopo della Messa dovesse essere quello di far piacere a certi gruppi o a certe categorie. In realtà il primo scopo della Messa, come della musica sacra in essa eseguita, è di dare gloria a Dio e di conseguenza di santificare i fedeli. Pio XII nella Mediator Dei del 1947 così diceva: “Procurate, dunque, Venerabili Fratelli, con la vostra abituale, somma diligenza, che templi edificati dalla fede e dalla pietà delle generazioni cristiane nel decorso dei secoli come un perenne inno di gloria a Dio Onnipotente e come degna dimora del nostro Redentore nascosto sotto le specie Eucaristiche, siano il più possibile aperti ai sempre più numerosi fedeli, perché essi, raccolti ai piedi del nostro Salvatore, ascoltino il suo dolcissimo invito: «Venite a me voi tutti che siete tribolati ed oppressi, ed io vi ristorerò». Siano davvero i templi la casa di Dio, nella quale chi entra per domandare favori, si allieti di tutto conseguire e ottenga la celeste consolazione”. Le chiese cattoliche sono state edificate per fare gloria a Dio e solo per questo sono adatte ad accogliere i fedeli. Così le cattedrali sonore della musica sacra sono adatte a dare gloria a Dio e ad edificare i fedeli.
Ma oggi, in un tempo di pastoralismo selvaggio, la cosa sembra essere concepita in modo opposto: non la gloria a Dio e l’edificazione dei fedeli, ma la gloria dei fedeli e l’edificazione di Dio a loro immagine e somiglianza.
Non si deve pensare che dicendo questo non si ha ben presente l’importanza della comunità cristiana, ma qui si è passati dalla comunità al comunismo, l’idea per cui sia bene per i fedeli promuovere una sorta di dittatura del proletariato. Che poi, sia in politica che nella liturgia, non è mai la gente a comandare, ma sono coloro che usano la parola “popolo” per avanzare la propria agenda. È triste, ma questa è la realtà.
Alcuni pensano che negli ultimi decenni si sia posta un’enfasi eccessiva sull’assemblea dei fedeli, come se lo scopo della Messa dovesse essere quello di far piacere a certi gruppi o a certe categorie. In realtà il primo scopo della Messa, come della musica sacra in essa eseguita, è di dare gloria a Dio e di conseguenza di santificare i fedeli. Pio XII nella Mediator Dei del 1947 così diceva: “Procurate, dunque, Venerabili Fratelli, con la vostra abituale, somma diligenza, che templi edificati dalla fede e dalla pietà delle generazioni cristiane nel decorso dei secoli come un perenne inno di gloria a Dio Onnipotente e come degna dimora del nostro Redentore nascosto sotto le specie Eucaristiche, siano il più possibile aperti ai sempre più numerosi fedeli, perché essi, raccolti ai piedi del nostro Salvatore, ascoltino il suo dolcissimo invito: «Venite a me voi tutti che siete tribolati ed oppressi, ed io vi ristorerò». Siano davvero i templi la casa di Dio, nella quale chi entra per domandare favori, si allieti di tutto conseguire e ottenga la celeste consolazione”. Le chiese cattoliche sono state edificate per fare gloria a Dio e solo per questo sono adatte ad accogliere i fedeli. Così le cattedrali sonore della musica sacra sono adatte a dare gloria a Dio e ad edificare i fedeli.
Ma oggi, in un tempo di pastoralismo selvaggio, la cosa sembra essere concepita in modo opposto: non la gloria a Dio e l’edificazione dei fedeli, ma la gloria dei fedeli e l’edificazione di Dio a loro immagine e somiglianza.
Non si deve pensare che dicendo questo non si ha ben presente l’importanza della comunità cristiana, ma qui si è passati dalla comunità al comunismo, l’idea per cui sia bene per i fedeli promuovere una sorta di dittatura del proletariato. Che poi, sia in politica che nella liturgia, non è mai la gente a comandare, ma sono coloro che usano la parola “popolo” per avanzare la propria agenda. È triste, ma questa è la realtà.
Anni fa un entusiasta del Concilio mi disse: ora fra noi laici e il prete non c’è più differenza! Ma questo è un disastro…Io cerco il prete in quanto prete, non in quanto me stesso. Cosa direste se un medico da cui andate per farvi curare vi dicesse che fra lui e voi non c’è differenza? Certo, davanti a Dio siqamo tutti uguali, ma non fra noi.
Quindi, edificare la comunità cristiana non significa implementare una specie di marxismo-leninismo liturgico. Mao diceva 为人民服务, servire il popolo. Noi dovremmo tornare all’essenziale della nostra fede: servire Dio.