Mai come in questa campagna elettorale in vista delle politiche del 25 settembre, si è avvertita una marginalizzazione tanto marcata dei temi cari al mondo cattolico.
Nessuna forza politica sembra realmente interessata ad intercettare e ricevere il voto dei cattolici italiani. Complice forse anche il nuovo corso della Conferenza Episcopale italiana inaugurato dal neo presidente Matteo Zuppi, che proprio in questi giorni ha ribadito come non sia più interesse dei vescovi italiani indire crociate per la difesa dei valori non negoziabili. Anzi, il cardinale arcivescovo di Bologna ha specificato che la Cei non intende più giudicare come faceva in passato (chiaro il riferimento all’epoca Ruini) ma dialogare con la società attraverso linguaggi nuovi. Linguaggi che in verità abbiamo già ascoltato dalle labbra dello stesso Zuppi (a detta del quale chi sceglie il suicidio assistito ha comunque diritto ai funerali religiosi) e da quelle di monsignor Vincenzo Paglia che ci ha fatto sapere che non ha senso oggi chiedere l’abolizione della legge sull’aborto. E se sono gli uomini di Chiesa i primi ad arrendersi sulle battaglie etiche, cosa aspettarsi dai politici?
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