Nella carbonara non ci va il cioccolato…e altri pensieri per Giorgia Meloni
Aurelio Porfiri
La vittoria evidente e larga di Giorgia Meloni alle elezioni politiche di settembre ha un po’ sfasato alcuni mentre ha gasato altri. Ora la Meloni deve certamente mettere in pratica quello che in tutti questi anni ha proclamato da ogni pulpito possibile. Vorrei offrirle, se mai li leggerà, tre pensieri che credo chi ama la tradizione dovrebbe più o meno condividere.
Gli Italiani l’hanno votata per una svolta. I milioni che hanno votato la Meloni hanno chiesto il coraggio di un cambiamento, quindi si chiede il coraggio di resistere alla narrativa dominante su temi importanti, come quello sull’aborto. La 194 non dovrebbe essere un dogma e si dovrebbe poter discutere, come ogni altra legge. Come ha detto giustamente Giorgia Meloni, se non si vogliono toccare i diritti, bisogna anche riconoscere e favorire il diritto delle donne a non abortire, metterle nelle condizioni di poter portare avanti una gravidanza, anche quando è indesiderata. Se ci concentriamo solo sui diritti e non anche sui doveri abbiamo una visione miope e falsa della realtà. Le donne (come gli uomini) hanno diritti e doveri e uno di questi doveri è certamente verso una vita nascente.
L’accoglienza del diverso parte dall’identità. Solo se sappiamo chi siamo e a partire da quello possiamo accogliere gli altri, l’accoglienza non è quella cosa indiscriminata che certo progressismo vuole farci credere in cui si annacqua la nostra identità per fare entrare a forza l’identità degli altri. Solo a partire dalle nostri identità e tradizioni, per quanto oramai esse siano state combattute in tutti i modi, potremo comprendere chi si può integrare e chi no. E solo a partire dall’amore per la propria identità potremo imparare ad amare la cultura degli altri. Se non amiamo la nostra perché dovremmo amare la loro?
Nella carbonara non ci va il cioccolato. Il realismo politico per cui si governa tramite alleanze è importante, ma bisogna ricordare che non si può mettere insieme quello che insieme non ci può stare. Immagino dei punti di contatto con Matteo Salvini si possono trovare se la Lega rimane quello che è adesso, ma non se le spinte autonomiste dovessero riprendere il sopravvento. Più difficile la convivenza con Silvio Berlusconi che con la destra c’è sempre entrato molto poco. Non dimentichiamo che tanto dell’involgarimento degli Italiani lo dobbiamo anche alle sue televisioni, quindi non andrei a guardare lì per una svolta culturale in senso tradizionale.