Non fate leggere “L’uomo indifferenziato” di Michele Silenzi (Rubbettino) a Eugenia Roccella.
Già il suo ministero è una contraddizione in termini (Natalità e Pari opportunità), non vorrei che dopo la lettura si dimettesse per lo sconforto e un poco mi dispiacerebbe. Silenzi in questo saggio spiega bene perché si è smesso di fare figli.
Innanzitutto spiega perché è finito il matrimonio: “Il breve periodo e la massimizzazione dell’utilità personale diventano le linee guida della vita di ogni individuo. Il matrimonio non regge a questo tipo di spinta centrifuga e tende a spezzarsi perché perde la sua componente di progetto di lungo periodo”.
Poi spiega perché le culle sono e rimarranno vuote: essendosi “persa ogni cornice mistica o metafisica, qualsiasi orizzonte di lungo termine e di significato, al cui interno giustificare il sacrificio necessario per creare una famiglia”.
Un ministro, per quanto bene intenzionato, non può certo restituire a un popolo la cornice metafisica, l’orizzonte di significato. Cosa può fare un ministro della Natalità e delle Pari opportunità? Può soltanto fare rima.