La prima, fondativa, esperienza politica dello stato moderno e del positivismo giuridico spinto, si ha con la Rivoluzione in Francia, sulle basi teoriche poste dai vari Rousseau (1712-1778) e la volontà generale, che costringe ad essere liberi. Ma io preferisco ricordare la sintetica e chiara definizione dell’abate Sieyes. «Alla volontà nazionale basta […] soltanto la propria realtà per essere sempre legittima. Essa è la fonte di ogni legalità» (Emanuel-Joseph Sieyes [1748-1836], Che cosa è il terzo stato?, trad. it. Editori Riuniti, Roma 1978, p. 97). Il che significa, come più volte osservato, che tiranno non vuol dire che il potere è detenuto da unsingolo o da un piccolo gruppo, ma ben può esserlo – anzi lo è di più per il travestimento popolare – un qualunque corpo legislativo e/o elettorale.
Mi rifaccio ora, sul punto, ad un mio precedente studio, già pubblicato in versioni rivedute dalle riviste Cultura & Identità e Storia Libera (Diritto e Rivoluzione, in StoriaLibera. Rivista di scienze storiche e sociali, anno 6-2020, n. 12, p. 92-121, cui rinvio).
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