Osservazioni dopo una lunga esperienza
Sento il bisogno di introdurre il discorso, per rendermi credibile, con alcuni ricordi personali. Appartengo all’Ordine Domenicano dal 1971 e sono sacerdote in esso dal 1976, per cui penso di poter dire autorevolmente una parola su questo argomento della tradizione, oggi tanto dibattuto e dove purtroppo esistono molti equivoci. Non voglio parlare della Tradizione cattolica in generale, ma con riferimento all’Ordine Domenicano.
Sono nato nel 1941 e la Provvidenza mi ha concesso la felice circostanza di vivere all’età di 20 anni, quella che è stata la svolta storica della Chiesa segnata dal Concilio Vaticano II, quando ormai un giovane cristianamente formato come sono stato io, ha concepito il suo ideale di vita ed è quindi capace di valutare fatti, idee e persone.
Pochissimi, oggi come oggi, possono vantare di avere avuto la fortuna che ho avuto io, perchè la grandissima parte di coloro che vissero il periodo conciliare sono ormai morti, per cui oggi coloro che parlano del Concilio, non ne parlano per esperienza, come è capitato a me, ma per sentito dire.
A me quindi è capitata la grande fortuna di poter fare un confronto, per esperienza personale, in un’età in cui si è capaci di giudicare, tra com’era la Chiesa prima del Concilio e quella nuova e moderna Chiesa che, nella continuità e nel rispetto della tradizione, il Concilio ha proposto. Questo passaggio dal preconcilio al postconciliomi ha consentito di capire a fondo che cosa è la Tradizione nella sua permanenza e nella sua progressiva manifestazione a noi cattolici alla scuola del Magistero e dell’esperienza della Chiesa.
Ma Dio, non accontentandosi di questo grande dono che già mi aveva fatto, ha voluto aggiungere in me grazia su grazia, facendomi entrare nell’Ordine Domenicano nel 1971. Qui ho avuto modo di imparare ancor meglio che cosa è la Tradizione, apprendendo quelle che sono le tradizioni proprie di un Ordine di antiche tradizioni come l’Ordine Domenicano.
Il carisma o finalità o ufficio di un Ordine religioso è più che mai un dato tradizionale, un dono dello Spirito Santo, riconosciuto, istituzionalizzato e stabilizzato giuridicamente dalla Chiesa, da conservare e custodire gelosamente intatto per tradizione di padre in figlio, per farlo fruttare sempre più e sempre meglio nelle sue ricche virtualità e nelle varie e sempre nuove circostanze della storia. Certo, la tradizione di un Ordine religioso può estinguersi con l’estinzione dello stesso Ordine, come è capitato nella storia della Chiesa ad altri istituti religiosi.
Vige nel mio Ordine un’antica testimonianza che la Madonna gli avrebbe rivelato che sarebbe durato fino alla fine del mondo. Questa credenza tradizionale può corrispondere a verità perché la missione dell’Ordine – la predicazione del Vangelo – è talmente connessa con la missione stessa della Chiesa, che non appare come essa potrebbe perdere la sua attualità, salvo che la missione stessa della Chiesa giunga ad estinguersi, cosa che per la nostra fede è evidentemente impossibile, anche se molti oggi credono che sia così o si augurano che possa avvenire.