Nelle famiglie con più figli, si dice spesso che un padre ed una madre amano tutti senza fare distinzioni. Magari ci sarà qualcuno o qualcuna più in sintonia con l’uno e l’altro genitore, ma tutti meritano di godere dell’amore genitoriale.
Poi, se parliamo del padre, sappiamo quanto il suo appoggio e sostegno sia importante per i figli, è colui che insegna alcuni valori importanti con la speranza che i figli li seguiranno. Viviamo però in un tempo in cui la figura paterna è in grande crisi, e questo perché è in crisi la figura del maschio, ridotto a sentirsi colpevole del proprio sesso e della propria identità. Il domenicano ed ex marstro dell’ordine dei Predicatori, padre Radcliffe, nella sua prima meditazione per il Sinodo sulla Sinodalità ha detto: “Quando il Santo Padre mi ha chiesto di predicare questo ritiro, mi sono sentito molto onorato, ma anche nervoso. Sono profondamente consapevole dei miei limiti personali. Sono anziano – bianco – occidentale – e uomo! Non so che cosa sia peggio! Tutti questi aspetti della mia identità limitano la mia comprensione. Vi chiedo quindi perdono per l’inadeguatezza delle mie parole”. Mano mano che invecchio comprendo che l’essere anziano in effetti pone alcuni limiti personali, ma in che modo è limitante essere bianco, occidentale e uomo?
Dicevamo della crisi della paternità, una crisi che si sente anche nella cosiddetta paternità spirituale. La paternità spirituale è quella di chi riconosce in un sacerdote, un Vescovo, una guida per crescere ed avanzare sulla via dello spirito. Anche qui - pensiamo ad un Vescovo - si hanno tanti figli, di molti tipi e caratteri, ma la sollecitudine del padre deve raggiungere tutti e non semplicemente fare delle scelte in base alle proprie posizioni ideologiche. Se qualcuno non è contro Cristo, è con Cristo. Certo si possono avere figli più vivaci, ma spesso questi sono quelli che in misura maggiore cercano l’affetto del padre. Non sono uno psicologo, ma non credo che connotarli con parole irrispettose da parte del padre li aiuti a progredire nello spirito. Il padre è padre di tutti, di quelli che stanno alla sua destra e di quelli che stanno alla sua sinistra. Anzi, i figli apparentemente più capricciosi vanno amati ancora di più ed ascoltati.
Io credo che questo oggi manchi nella Chiesa, si ama secondo una certa ideologia e non secondo la fede. Se si è liberal-progressisti-sinistroidi si viene guardati con molta più simpatia e considerati come i “buoni” in opposizione agli altri, i cattivi per antonomasia. Ma questo non è il Vangelo, che dice: “Se uno di voi ha cento pecore e ne perde una, che cosa fa? Lascia le altre novantanove al sicuro per andare a cercare quella che si è smarrita e la cerca finché non l'ha ritrovata. Quando la trova, se la mette sulle spalle pieno di gioia, e ritorna a casa sua”. Seppure gli altri fossero i meno buoni (sulla qual cosa avrei molto da discutere), gli smarriti, bisognerebbe farsi a loro prossimi e non trattarli come appestati…o no?
Da Duc in altum