È stato dato alle stampe il libro del cardinal Joseph Zen intitolato Una, santa, cattolica e apostolica. Dalla Chiesa degli Apostoli alla Chiesa “sinodale”, a cura di Aurelio Porfiri (Edizioni Ares). Un testo prezioso, disseminato di spunti e di riflessioni pacate, ma portate avanti con precisione e fermezza.
Qualche assaggio. Il cristianesimo è la religione del libro? «Gesù – scrive il Presule – ha voluto costruire la sua Chiesa sugli apostoli, non su un libro. Il Vangelo, scritto per ispirazione dello Spirito Santo, dovrebbe essere interpretato nella viva Sacra Tradizione. La Sacra Tradizione, il Credo, e il Magistero sono elementi indispensabili della Chiesa. Se io dico: “Voglio Cristo soltanto nel Vangelo. Non voglio la Sacra Tradizione. Non voglio il Credo. Non voglio il Magistero”, non ho la minima possibilità di trovare Cristo. È Lui che vuole essere incontrato nella Sacra Tradizione attraverso il Credo e il Magistero. È Lui che ha chiamato alcuni uomini a essere strumenti della sua grazia».
Come valutare il Sinodo sulla sinodalità? «Da un lato, la Chiesa viene presentata come fondata da Gesù sul fondamento degli apostoli e dei suoi successori, con una gerarchia di ministri ordinati che guidano i fedeli nel loro cammino verso la Gerusalemme celeste. Dall’altro, si parla di una non ben definita sinodalità, una “democrazia dei battezzati”. (Quali battezzati? Vanno almeno in chiesa regolarmente? Hanno una fede basata sulla Bibbia e una forza che viene dai sacramenti?). Questa seconda concezione, se viene legittimata, può cambiare ogni cosa, la dottrina della fede o la disciplina della vita morale».
Come valutare Fiducia Supplicans: «Il documento ha suscitato subito grande sorpresa e generato in seguito tanta confusione».
L’autorità costituita deve ricercare sempre il bene comune? «È deplorevole che chi ha incarichi di governo spesso cerchi il proprio interesse invece del bene comune. Per fare carriera e accumulare ricchezze mettono a tacere la coscienza. Anche le guide religiose possono essere tentate dalla ricerca del proprio interesse e Giuda ne è un esempio. La storia della Chiesa è piena di simili esperienze e macchiarsi di questi crimini è particolarmente grave per un capo religioso. L’Antico Testamento descrive queste persone come i pastori che sanno solo nutrirsi del latte, rivestirsi di lana e uccidere le pecore più grasse invece di pascolare il gregge (cfr. Ez 34, 3)».
Questi sono soltanto alcuni passaggi di un pensiero (e di un libro), ben più ricco e da assaporarsi capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, riga dopo riga. Il cardinal Joseph Zen Ze-Kiun riesce, infatti, a indicare il cammino a chi vuol essere testimone – e, quindi, martire – dell’annuncio cristiano: «Il nostro Buon Pastore conduce tutte le pecore in un unico ovile. Non sappiamo in che modo lo farà, ma siamo certi che, avendolo deciso, un modo lo troverà. Possiamo non conoscere le sue vie, ma ci ha detto che cosa dobbiamo fare. Ognuno di noi è stato reso “luce per le genti” e ha la responsabilità di essere uno strumento di salvezza “fino agli estremi confini della terra”».
Desidero incontrare il curatore italiano del volume e chiedergli il perché conviene leggere questo testo: «Perché – mi vien detto – sono il punto di vista di un grande protagonista del cattolicesimo contemporaneo su temi di enorme importanza. Quindi credo che chi leggerà vi troverà sicuramente molto materiale per riflettere».
Rilancio: quali sono i punti di forza dell’opera del cardinal Zen? «Credo che essi risiedano nel parlare molto chiaro del Cardinale e nel rifiutare giri di parole. È una persona molto concreta, da buon cinese».
M’interesso a come un compositore con ben sessanta libri pubblicati abbia conosciuto il vescovo di Hong Kong? «L’ho conosciuto più di venti anni fa a Roma, durante un Sinodo dei Vescovi in cui suonavo come organista. Il Cardinale è una persona molto simpatica e così si è sviluppato un rapporto amichevole».
Indago ancora e domando come sia stato collaborare con lui: «Come ho detto, è molto piacevole ma anche molto esigente, quindi bisogna rispettare il fatto che il Cardinale sa bene quello che vuole».
Di là dal rapporto personale, desidero sapere se oggi può essere utile un tale approfondimento sulla Chiesa: «Sì, perché oggi viviamo in un tempo di grande confusione e di crisi della fede a molteplici livelli, quindi sono necessarie delle guide che ci aiutino a non cadere in errore».
Concludo con una provocazione: dobbiamo – come afferma il cardinal Zen – mantenere la speranza e accrescere la fede per superare le tempeste del nostro tempo? «Io credo che nella situazione attuale, in cui tante cose ci sono state tolte, l’unica cosa che non ci deve essere tolta è proprio la speranza».