Apprendiamo dall’informazione tv che Papa Francesco, il giorno 25 marzo c. a., festa dell’Annunciazione, nella Basilica di San Pietro in Roma, procederà a dare attuazione al comando che, a Fatima il 1917, la B. V. Maria trasmise ai tre pastorelli riguardante la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, promettendone la conversione e con essa la pace.
Nessun Pontefice obbedì all’ordine divino, nemmeno Papa GPII che il 1984 celebrò quella che, a torto fu definita una canonica consacrazione. Perché a torto? Perché, come nella precedente del 1982 fu consacrato “il mondo”. Ora, a sorpresa ci arriva la notizia che questa sarà la volta buona.
Ma c’è qualcosa che non va, in questo solenne annuncio, ed è l’inclusione della nazione Ucraina che affianca la Russia con che la vittima viene equiparata al suo sicario. Non sappiamo la motivazione di questo allargamento consacratorio ma possiamo pensare a una diluizione della specificità della Russia che, in tal caso spartirebbe con l’Ucraina la correità degli errori e degli orrori. Una gherminella diplomatica che sfruttando la contingenza della guerra, e con l’intenzione di raccomandare alla Vergine la martoriata Ukraina, la mette sullo stesso piano dell’aggressore facendo così intendere che, suvvia! non è solo la Russia la peccatrice da redimere. Un patetico soffietto, tanto per tranquillizzare Putin.
Ma, se la B. V. Maria ha nominato la sola Russia, una ragione c’è, perché, dunque annacquare il suo messaggio con appendici che sanno tanto di pavidità? Ora si leveranno inni di lode al Pontefice per un presunto atto di coraggio che viene dopo 105 anni di ritardo.
Ma noi non ci accodiamo al trionfalismo, noi riteniamo, con piena convinzione, la intrinseca ed oggettiva invalidazione di questa ulteriore prova che dimostra, in fondo, come il CVII abbia debilitato, con la cultura ecumenistica e dialogista, la forza della Gerarchìa Cattolica, quella forza che viene dalla Tradizione e che rese impavido, davanti alla violenza, il viso della Chiesa e dei suoi Papi: Poitiers (732), Lepanto (1571), Vienna (1683).
Egr. prof. Pranzetti
come immaginabile, sull’annunciata consacrazione già si rincorrono ampie discussioni e polemiche.
La cosa mi dispiace perché, comunque la si veda alla luce del messaggio di Fatima, l’iniziativa è da accogliere con gratitudine.
Venendo a quanto fa notare nel suo commento, vorrei precisare che l’inclusione dell’Ucraina (come tutta l’iniziativa) non pare proprio essere una decisione stravagante e autonoma di Francesco, ma corrisponde piuttosto all’eslicita richiesta formulata il 2 marzo dai vescovi cattolici d’Ucraina:
https://kmc.media/2022/03/02/yepyskopy-ukrayiny-prosyat-papu-prysvyatyty-ukrayinu-ta-rosiyu-sercyu-mariyi.html
Cito:
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“Santo Padre!
In queste ore di incommensurabile dolore e di terribile calvario per il nostro popolo, noi, Vescovi della Conferenza Episcopale dell'Ucraina, siamo portavoce della preghiera incessante e accorata, sostenuta dai nostri sacerdoti e dalle persone consacrate, che ci viene da tutto il popolo cristiano affinché Vostra Santità dedichi la nostra Patria e la Russia al Cuore Immacolato di Maria.
Rispondendo a questa preghiera, chiediamo umilmente a Vostra Santità di compiere pubblicamente l'atto di consacrazione al Sacro Cuore Immacolato di Maria dell'Ucraina e della Russia, come richiesto dalla Beata Vergine a Fatima.
La Madre di Dio, Regina della Pace, accolga la nostra preghiera: Regina pacis, ora pro nobis!” (traduzione automatica)
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Peraltro, non sembra che l’inclusione di un altro paese (o anche di altri paesi) si porrebbe di per sé in contrasto con le indicazioni della Vergine: Ella ha chiesto di consacrare *esplicitamente* la Russia, il che lascia dubitare di alcune precedenti consacrazioni; ma non di consacrare *solo* la Russia, come se la consacrazione contestuale di altre nazioni dovesse invalidare o svilire quella che, finalmente, si fa della Russia in modo esplicito.
D’altra parte – per chi fosse ignaro del messaggio della Beata Vergine a Fatima, sia chiaro – un atto del genere potrebbe sembrare in qualche modo adulatorio nei confronti di uno stato aggressore; e l’Ucraina non può che avere giovamento da una menzione ed una consacrazione al Cuore della Vergine, vista la situazione desolata in cui si trova.
Un problema, semmai, potrebbe stare nel fatto che la Vergine ha chiesto un atto “del Papa insieme a tutti i Vescovi”: ha chiesto un atto cioè dell’intero collegio apostolico, e non del solo Santo Padre (o del Santo Padre e di un altro vescovo, come pare sarà).
E in effetti, già nel 1952 Pio XII consacrò *esplicitamente* la Russia al Cuore Immacolato, ma senza che questo fosse un atto collegiale: https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/apost_letters/documents/hf_p-xii_apl_19520707_sacro-vergente-anno.html
Ho già visto in rete molte accuse di legalismo a quanti fanno notare questa incongruenza che ho segnalato io, o ripetono la sua (che però mi sembra, come spiegato, mal diretta).
Pazienza.
Non si tratta di cavillare o demonizzare questa iniziativa, che si può sperare e pregare sia foriera di grazie e buoni sviluppi (anche la consacrazione “mal fatta” di Pio XII nel 1942, a dire di Suor Lucia, servì ad abbreviare i tempi del secondo conflitto mondiale).
Si tratta di ricordare che ciò che la Vergine ha chiesto è 1. La consacrazione “della Russia” (e non “solo della Russia”) e 2. da parte del Papa e di tutti i Vescovi uniti a lui (credo, in senso morale e non necessariamente fisico).
Ma non mi sembra opportuno uno spirito polemico e rancoroso di fronte a una notizia, finalmente, buona. Preghiamo piuttosto che tutto il collegio apostolico, di sua sponte o per richiesta del Santo Padre, si voglia unire a quest’atto.
Che Francesco sia l’imperfetto strumento di cui la Provvidenza finalmente si serve per arrivare alla tanto agognata consacrazione? Ai posteri l’ardua sentenza.
Concordo