L'obiettivo primario di TC sono i giovani sacerdoti e seminaristi diocesani, il cui interessamento nei riguardi della Messa di sempre (in particolare) e della Tradizione (in generale) preoccupa non poco le attuali gerarchie. Per quanto riguarda, invece, gli Istituti ex Ecclesia Dei, il piano è è a mio avviso più sottile. Si consente loro di utilizzare i vecchi libri liturgici, li si autorizza a formare nuovi sacerdoti, ma, al tempo stesso, si impedisce che creino nuovi apostolati. Così, a lungo andare (pensano in Vaticano), questi Istituti moriranno per ipertrofia, perché sforneranno sacerdoti destinati a rimanere confinati tra le quatto mura dei loro seminari e delle loro case generalizie.
è proprio questo l'obiettivo di TC limitare la liturgia VO a seminari e congregazioni per minarne la sopravvivenza disegno concepito dai teologi progressisti che hanno ispirato l'enciclica
Buongiorno, credo che questo comunicato, per quanto positivo possa essere rispetto i tempi che corrono, aumenti ancor più la confusione. Confusione in primis sulla contraddizione di fondo di TC per cui il rito antico non è più lex orandi ma lo si continua a concedere. Dopo oggi sembrerebbe senza limitazioni laddove presenti istituti Ecclesia Dei, però allo stesso tempo al termine del comunicato si chiede di applicare TC per quanto possibile: quindi cacciare o limitare l’azione di questi istituti dalle diocesi? Inoltre se il fine di TC era far convergere i “nostalgici” al novus ordo allora anche gli istituti Ecclesia Dei sono qualcosa da sbaraccare in futuro, anche perché TC prevede di non creare più nè parrocchie nè Coetus dove già presenti. Quindi a lungo andare sostanzialmente questi istituti (con vocazioni in crescita) cui vengono riconosciuti questi privilegi, sarebbero a disposizione di sempre meno fedeli per le cose dette sopra diventando una sorta di bunker inaccessibile. Mi pare evidente che questo non ha alcun senso logico. Preghiamo dunque per il Papa e la gerarchia affinché si rendano conto di cosa è meglio per la Chiesa.
Senz’altro convengo con un paio di altri commenti sul fatto che, dopo il nuovo decreto del Santo Padre, la politica romana verso il mondo della tradizione appare quanto mai confusa, per non dire schizofrenica:
Il 7 ottobre 2021 il Card. De Donatis vieta la celebrazione (rectius, la partecipazione dei fedeli alla celebrazione) del triduo pasquale in Roma, presso la parrocchia di Trinità dei Pellegrini (FSSP). Difficile ipotizzare che ciò sia avvenuto senza almeno la consapevolezza del Santo Padre.
Il 29 dicembre 2021 il Papa fa alcune rassicurazioni per iscritto ai superiori della FSSP, poi confermate con decreto.
Queste ultime disposizioni non mi sembrano facilmente conciliabili con le restrizioni di ottobre: ci sarà un Triduo a Roma? Vedremo.
Certo è che, se disposizioni analoghe saranno riservate agli altri istituti Ecclesia Dei, veramente penalizzati saranno ora solo i sacerdoti diocesani, che si vedono conculcato il loro diritto nativo di celebrare con il Rito romano classico.
L’impressione è che tra le sacre mura si stia combattendo, sul tema, una guerra tra bande, nella quale il papa – che comunque percepisce come ostile il variegato mondo della tradizione – viene periodicamente tirato per la giacchetta dalle frangie più radicali del progressismo liturgico demolitore.
Non dimentichiamo che la TC fu firmata poco dopo le dimissioni ospedaliere di Francesco, dopo un intervento tutt’altro che routinario, in un’evidente clima di fretta e volontà di segnare un gol importante prima del fischio del novantesimo.
Forse che il Papa, che tante volte ha condannato il chiacchiericcio e le dietrologie invitando ad affrontare di petto problemi e conflitti, abbia sinceramente apprezzato la parresia dei superiori della FSSP, e lo storico attaccamento di quest’ultima alla sede apostolica?
Che il tratto umano dei due sacerdoti che ha incontrato lo abbia convinto di non avere a che fare con “rigidi dal cuore chiuso”?
Mie supposizioni e nulla più. Forse presto smentite dai fatti. Ma troppo spesso da questo “lato della barricata” dimentichiamo che, pur con tutte le sue lacune teologiche, le sue fisse e i suoi difetti caratteriali, Jorge Mario Bergoglio è un uomo, e non un demone incarnato; e che un po’ di diplomazia ben fatta può ottenere più risultati di tante battaglie frontali e chiassose. Sempre consapevoli, però, che c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Ciao Aurelio, sono Alessandro Franzoni. Ho sentito tutto il tuo commento e ne convengo: da oggi c’è un po’ più di confusione. Un problema connesso caratterizza i laici attaccati a questi istituti o comunque i fedeli che seguono il rito più antico della Messa: possono “esigere” funerali con detta forma, breviario, battesimi, ecc o devono sempre passare per il placeat dell’ordinario del luogo?
Altra riflessione che mi ha provocato il tuo intervento è che, chiaramente, TC si riferisca ai preti diocesani e religiosi che, ordinati con il rito nuovo, scelgano poi quello più antico, in Toto o in parte,,, e che venga meno un certo “relativismo Liturgico” del Summorum Pontificum, che era avversato in verità sia dai cosiddetti ex istituti Ecclesia Dei, che dalla SPX.
Ciao Alessandro e grazie per il tuo commento. A me sembra che tutti questi tira e molla aumentino la confusione e si cerca di avere la moglie ubriaca e la botte piena.
L'obiettivo primario di TC sono i giovani sacerdoti e seminaristi diocesani, il cui interessamento nei riguardi della Messa di sempre (in particolare) e della Tradizione (in generale) preoccupa non poco le attuali gerarchie. Per quanto riguarda, invece, gli Istituti ex Ecclesia Dei, il piano è è a mio avviso più sottile. Si consente loro di utilizzare i vecchi libri liturgici, li si autorizza a formare nuovi sacerdoti, ma, al tempo stesso, si impedisce che creino nuovi apostolati. Così, a lungo andare (pensano in Vaticano), questi Istituti moriranno per ipertrofia, perché sforneranno sacerdoti destinati a rimanere confinati tra le quatto mura dei loro seminari e delle loro case generalizie.
è proprio questo l'obiettivo di TC limitare la liturgia VO a seminari e congregazioni per minarne la sopravvivenza disegno concepito dai teologi progressisti che hanno ispirato l'enciclica
Buongiorno, credo che questo comunicato, per quanto positivo possa essere rispetto i tempi che corrono, aumenti ancor più la confusione. Confusione in primis sulla contraddizione di fondo di TC per cui il rito antico non è più lex orandi ma lo si continua a concedere. Dopo oggi sembrerebbe senza limitazioni laddove presenti istituti Ecclesia Dei, però allo stesso tempo al termine del comunicato si chiede di applicare TC per quanto possibile: quindi cacciare o limitare l’azione di questi istituti dalle diocesi? Inoltre se il fine di TC era far convergere i “nostalgici” al novus ordo allora anche gli istituti Ecclesia Dei sono qualcosa da sbaraccare in futuro, anche perché TC prevede di non creare più nè parrocchie nè Coetus dove già presenti. Quindi a lungo andare sostanzialmente questi istituti (con vocazioni in crescita) cui vengono riconosciuti questi privilegi, sarebbero a disposizione di sempre meno fedeli per le cose dette sopra diventando una sorta di bunker inaccessibile. Mi pare evidente che questo non ha alcun senso logico. Preghiamo dunque per il Papa e la gerarchia affinché si rendano conto di cosa è meglio per la Chiesa.
Grazie per il suo commento. Che non ha un grande senso logico pare anche a me.
Senz’altro convengo con un paio di altri commenti sul fatto che, dopo il nuovo decreto del Santo Padre, la politica romana verso il mondo della tradizione appare quanto mai confusa, per non dire schizofrenica:
Il 7 ottobre 2021 il Card. De Donatis vieta la celebrazione (rectius, la partecipazione dei fedeli alla celebrazione) del triduo pasquale in Roma, presso la parrocchia di Trinità dei Pellegrini (FSSP). Difficile ipotizzare che ciò sia avvenuto senza almeno la consapevolezza del Santo Padre.
Il 29 dicembre 2021 il Papa fa alcune rassicurazioni per iscritto ai superiori della FSSP, poi confermate con decreto.
Queste ultime disposizioni non mi sembrano facilmente conciliabili con le restrizioni di ottobre: ci sarà un Triduo a Roma? Vedremo.
Certo è che, se disposizioni analoghe saranno riservate agli altri istituti Ecclesia Dei, veramente penalizzati saranno ora solo i sacerdoti diocesani, che si vedono conculcato il loro diritto nativo di celebrare con il Rito romano classico.
L’impressione è che tra le sacre mura si stia combattendo, sul tema, una guerra tra bande, nella quale il papa – che comunque percepisce come ostile il variegato mondo della tradizione – viene periodicamente tirato per la giacchetta dalle frangie più radicali del progressismo liturgico demolitore.
Non dimentichiamo che la TC fu firmata poco dopo le dimissioni ospedaliere di Francesco, dopo un intervento tutt’altro che routinario, in un’evidente clima di fretta e volontà di segnare un gol importante prima del fischio del novantesimo.
Forse che il Papa, che tante volte ha condannato il chiacchiericcio e le dietrologie invitando ad affrontare di petto problemi e conflitti, abbia sinceramente apprezzato la parresia dei superiori della FSSP, e lo storico attaccamento di quest’ultima alla sede apostolica?
Che il tratto umano dei due sacerdoti che ha incontrato lo abbia convinto di non avere a che fare con “rigidi dal cuore chiuso”?
Mie supposizioni e nulla più. Forse presto smentite dai fatti. Ma troppo spesso da questo “lato della barricata” dimentichiamo che, pur con tutte le sue lacune teologiche, le sue fisse e i suoi difetti caratteriali, Jorge Mario Bergoglio è un uomo, e non un demone incarnato; e che un po’ di diplomazia ben fatta può ottenere più risultati di tante battaglie frontali e chiassose. Sempre consapevoli, però, che c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Ciao Aurelio, sono Alessandro Franzoni. Ho sentito tutto il tuo commento e ne convengo: da oggi c’è un po’ più di confusione. Un problema connesso caratterizza i laici attaccati a questi istituti o comunque i fedeli che seguono il rito più antico della Messa: possono “esigere” funerali con detta forma, breviario, battesimi, ecc o devono sempre passare per il placeat dell’ordinario del luogo?
Altra riflessione che mi ha provocato il tuo intervento è che, chiaramente, TC si riferisca ai preti diocesani e religiosi che, ordinati con il rito nuovo, scelgano poi quello più antico, in Toto o in parte,,, e che venga meno un certo “relativismo Liturgico” del Summorum Pontificum, che era avversato in verità sia dai cosiddetti ex istituti Ecclesia Dei, che dalla SPX.
Buona giornata e grazie per questi podcast
Ciao Alessandro e grazie per il tuo commento. A me sembra che tutti questi tira e molla aumentino la confusione e si cerca di avere la moglie ubriaca e la botte piena.