3 Commenti

Ri-calma. Premesso che il 20 settembre 1870 non entrarono a Roma i "piemontesi", bensì l'esercito italiano e l'Italia tutta, e premesso che i militari avevano ordini di rispettare le chiese e il clero, e premesso che il presidente del consiglio Lanza aveva una sorella monaca di clausura con cui si consultò prima di ordinare l'attacco, e premesso che il ruolo della massoneria nel Risorgimento fu secondario, come mostrò lo storico (anche credente) Alessandro Luzio (checché ne dicano Messori, Pellicciari e pliniani vari), evitiamo i luoghi comuni. Nathan non c'entra col modernismo, ma era appunto un eminente esponente della massoneria. Il Risorgimento fu cosa buona e utile, anche da un punto di vista cattolico: vedi il libro del prof. Paolo Pasqualucci, "Unita e cattolica". Il fatto che a un certo punto venisse egemonizzato da anticlericali non ci deve far perdere di vista che lo Stato Pontificio non coincideva con la Chiesa cattolica e soprattutto che agli inizi del Novecento ormai i cattolici volevano una conciliazione tra Chiesa e Stato in termini non antirisorgimentali, che si ebbe infine nel 1929, quindi i termini della questione mutarono col tempo. Né, infine, possiamo credere che l'incredulità di oggi sia dovuta al fatto che nell'Ottocento cessò lo Stato Pontificio! L'incredulità c'era anche allora, solo nascosta. Quella di oggi risale a fenomeni ben più recenti, in primis i cambiamenti sociali degli anni Sessanta del Novecento.

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Detto che io non rimpiango particolarmente lo Stato Pontificio, io credo che ci sono stati studiosi che hanno ben esposto il ruolo della massoneria nel Risorgimento. Ma ovviamente rispetto il suo punto di vista, che non condivido.

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Non mi sono spiegato. Non si tratta di rispettare o meno i punti di vista. Si tratta di fare storia sulle fonti. Quelli che dice lei usano certe fonti che sono o secondarie o parziali e selezionate per sostenere una tesi. Si legga Manzoni sul confronto tra la Rivoluzione italiana e quella francese, o Rosmini, o Luzio (che a Messori non piace, ma è un problema di Messori, non nostro). Si legga le biografie di tanti giovani cattolici dei primi del Novecento. Si legga Pasqualucci.

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