Che la Scrittura e la Tradizione rappresentino i VERTICI del Cristianesimo, dovrebbe essere appurato ma non è affatto così.
"Conservare la tradizione e le tradizioni" è compito del vescovo e perfino il papa, prima di essere riconosciuto come tale, giura di mantenersi fedele a tutto ciò.
Nei fatti avviene il contrario: riformare la liturgia, com'è stato fatto, significa porre la propria autorità AL DI SOPRA di quella della tradizione, espressione della quale è proprio la liturgia stessa.
Questo è possibile solo dopo aver discreditato la tradizione (come Lutero fece nel passato) e aver posto la propria individuale comprensione razionale (non spirituale!) AL DI SOPRA della comprensione della tradizione.
L'idea sola di cambiare il messale, com'è stato fatto 60 anni fa, è indice di questo capovolgimento: i preti sono al di sopra della tradizione.
"Tale e tanta è l'autorità del Sommo Pontefice che egli, per se stesso, potrebbe riscrivere o correggere il Vangelo", chiosavano certi canonisti quattrocenteschi. Ebbene, che ha fatto Bergoglio "correggendo" il Padre Nostro e non solo quello?
E chi mai è in grado di capire pienamente che questa è una parodia perversa di Chiesa, dove tutto è capovolto? Pochi purtroppo!
Per questo nella Chiesa esiste la "riforma" (adattamenti) non la "rifondazione", basata su una rivoluzione e un cambiamento delle BASI STESSE del Cristianesimo, come abbiamo visto e continuiamo a vedere.
È impossibile convincere il clero delle tesi espresse nelle due parti sottostanti. La maggioranza delle "teste mitrate"sono come la testa di un dittatore, tipo Ceausescu, ad esempio.
Il dittatore romeno non poteva credere alla realtà ma solo a quanto i suoi leccapiedi gli ripetevano ad nauseam per riceverne i favori: "Tu sei il migliore il più grande, con te la Romania è divenuta una nazione di benessere e progresso!". Intanto il popolo moriva d'inedia, stretto dalla fame e da impossibili privazioni.
Fu la sua opposizione alla realtà che ne determinò, alla fine, il crollo e i primi a mollarlo furono i suoi stretti cortigiani, per non doverne seguire il tragico destino.
Così avverrà anche per le gerarchie moderniste nel Cattolicesimo, il giorno in cui determinati centri di potere finiranno di foraggiarlo, quegli stessi che, periodicamente, si ritrovano in Vaticano (i rappresentanti dell'Alta Finanza mondiale), non certo per prendere lezioni di catechismo dal papa.
Oggi sostengono ancora il Vaticano perché hanno un bel tornaconto geopolitico dallo snaturamento della Chiesa e delle società!
Questo crea un sistema di pensiero, un criterio di cernita, una "Chiesa del domani" che si oppone ferocemente ad una supposta "Chiesa di ieri" e via dicendo. Opposizioni già da sole indice del prevalere di una scismatica dittatura!
Tutto questo circo è iniziato (o si è accellerato) da Giovanni XXIII. Costui, denominato "papa buono" iniziò a far passare o a tollerare ogni castronata nel Cattolicesimo, tra cui il prevalere sempre maggiore della perversione nel clero.
Nella società e nella Chiesa è in atto una dispotica tirannia a favore del relativismo e dello scioglimento di ogni costruttiva disciplina. Lo stesso Prevost, salutato da alcuni come un salutare cambiamento, non potrà fare gran che, essendone pure lui, almeno parzialmente, contaminato.
Dinnanzi al cancro si devono mettere in atto energiche strategie, non carezze della parte malata. Oggi nel Cattolicesimo, con la complicità di molti utili idioti, si pensa che i mali si devono accarezzare per farli guarire.
Solo quando tutto sarà ridotto ad un lumicino inizierà un rinsavimento, forse...
Il cardinale Ratzinger fu uno spirito sostanzialmente modernistico che, però, aveva compreso alcune palesi contraddizioni nelle scelte della gerarchia ecclesiastica odierna.
Tentò di reinterpretare il concilio Vaticano II sulla base della tradizione (come disse mons. Lefebvre) ma fallì. La cosa non interessò né ai cosiddetti tradizionalisti né ai cosiddetti progressisti. Bergoglio fu il risultato, ossia un personaggio che, in nome del Vaticano II, inasprì la rottura con il passato. Fu un autentico rappresentante della pars scismatica del Cattolicesimo.
D'altronde Ratizinger essendo di spirito modernista aveva architettato un sistema di pensiero per assorbire i cambiamenti in quella che lui vedeva come la continuità storica del Cattolicesimo.
Egli propose un escamotage, del quale, al momento, non posso fornire riferimenti precisi ma di cui sono sicuro: ciò che comporta l'unione nel tempo della Chiesa è il PERMANERE DELLA STRUTTURA.
L'escamotage pone in ombra il permanere nella medesima tradizione, oramai negletta, incompresa e disprezzata dai più a favore di qualcosa che non dovrebbe mai cambiare e non dovrebbe essere mai contestato.
Insomma: la Chiesa è Cattolica e permane tale anche oggi perché esiste la struttura di se stessa.
Con questo principio, dunque, si dovrebbe dedurre che l'Anglicanesimo è rimasto a pieno titolo Chiesa Cattolica, com'era precedentemente alla sua rottura con Roma.
Lo spostamento di attenzione dalla sostanza alla forma strutturale prepara il Cattolicesimo attuale ai più incredibili cambiamenti, giustificati perché, tanto, non romperebbero la sua unità con il passato. La base ideologica è preparata per tempo, come si vede!
Peccato che con tale affermazione il Cattolicesimo odierno (se dobbiamo ancora così chiamarlo) sia entrato in una profonda fase scismatica con il suo passato.
C'è da dire che il principio formale di unità ecclesiastica proposto da Ratzinger, si scontra con la storia poiché, nelle primitive comunità cristiane lo stesso servizio dell'episcopato era fatto in alcuni casi da un gruppo di presbiteri, in altri casi dai presbiteri con il loro vescovo e in altri ancora dal solo vescovo. Voler esaminare l'unità della Chiesa con il principio formale ratzingeriano significherebbe essere costretti ad ammettere la disunione di quelle Chiese tra loro!
Il mondo cattolico attuale, in gran parte, non rappresenta il Cattolicesimo storico ma ne è una rifondazione, un inizio quasi "dal nulla".
Il Concilio Vaticano II non è un semplice riassetto del Cattolicesimo all'interno della modernità, com'è stato presentato, ma una Magna Charta con la quale si rifonda il Cattolicesimo stesso, abolendo di fatto il canale interpretativo della tradizione, e affidandosi ad un criterio personalistico (o pseudo scientifico) nella lettura della Bibbia e nell'adattamento della Chiesa al mondo.
Che questo lo faccia un fedele o un papa, poco importa. Di fatto viene eseguito!
Non è una riforma ma una RIFONDAZIONE. La differenza tra i due termini è semplice: la riforma non si oppone al passato, la rifondazione, sì.
In ciò esiste una grande similarietà con le comunità protestanti non basate su una Riforma (come volevano e vogliono lasciar intendere) ma su una rifondazione (anche qui sul criterio dell'individuale interpretazione della Scrittura, lasciando da parte ed opponendosi alla tradizione).
Ed ecco il punto più dolente: mentre con la riforma NON s'interrompe la successione apostolica (non una semplice trasmissione formale di cose da farsi ma uno spirito con il quale sono fatte), con la rifondazione, sì.
Viene tagliata l'unione tra la successione storica e la solidarietà spirituale dei credenti con Cristo poiché, oggi, c'è la presunzione di fare qualcosa di meglio, quanto nel passato nessuno aveva ancora capito (dunque: che ci sta a fare lo Spirito Santo nella Chiesa?).
A questo punto una tal chiesa non serve più, è puro inganno e manifestazione esteriore dietro alla quale non esiste nulla. Oggi non tutto il Cattolicesimo è così ma una grandissima parte sì.
Solo questo può spiegare l'elezione di un Bergoglio, la sua presunzione e supponenza verso la tradizione, le sue interpretazioni capovolte e i suoi stravolgimenti del Vangelo.
Evidentemente, essendo vuoto di spiritualità, questo "Cattolicesimo" non comprende e combatte in vari modi gli spiriti contemplativi la cui sola esistenza rappresenta per lui una minaccia.
Quarta pars
Che la Scrittura e la Tradizione rappresentino i VERTICI del Cristianesimo, dovrebbe essere appurato ma non è affatto così.
"Conservare la tradizione e le tradizioni" è compito del vescovo e perfino il papa, prima di essere riconosciuto come tale, giura di mantenersi fedele a tutto ciò.
Nei fatti avviene il contrario: riformare la liturgia, com'è stato fatto, significa porre la propria autorità AL DI SOPRA di quella della tradizione, espressione della quale è proprio la liturgia stessa.
Questo è possibile solo dopo aver discreditato la tradizione (come Lutero fece nel passato) e aver posto la propria individuale comprensione razionale (non spirituale!) AL DI SOPRA della comprensione della tradizione.
L'idea sola di cambiare il messale, com'è stato fatto 60 anni fa, è indice di questo capovolgimento: i preti sono al di sopra della tradizione.
"Tale e tanta è l'autorità del Sommo Pontefice che egli, per se stesso, potrebbe riscrivere o correggere il Vangelo", chiosavano certi canonisti quattrocenteschi. Ebbene, che ha fatto Bergoglio "correggendo" il Padre Nostro e non solo quello?
E chi mai è in grado di capire pienamente che questa è una parodia perversa di Chiesa, dove tutto è capovolto? Pochi purtroppo!
Per questo nella Chiesa esiste la "riforma" (adattamenti) non la "rifondazione", basata su una rivoluzione e un cambiamento delle BASI STESSE del Cristianesimo, come abbiamo visto e continuiamo a vedere.
Pars tertia.
È impossibile convincere il clero delle tesi espresse nelle due parti sottostanti. La maggioranza delle "teste mitrate"sono come la testa di un dittatore, tipo Ceausescu, ad esempio.
Il dittatore romeno non poteva credere alla realtà ma solo a quanto i suoi leccapiedi gli ripetevano ad nauseam per riceverne i favori: "Tu sei il migliore il più grande, con te la Romania è divenuta una nazione di benessere e progresso!". Intanto il popolo moriva d'inedia, stretto dalla fame e da impossibili privazioni.
Fu la sua opposizione alla realtà che ne determinò, alla fine, il crollo e i primi a mollarlo furono i suoi stretti cortigiani, per non doverne seguire il tragico destino.
Così avverrà anche per le gerarchie moderniste nel Cattolicesimo, il giorno in cui determinati centri di potere finiranno di foraggiarlo, quegli stessi che, periodicamente, si ritrovano in Vaticano (i rappresentanti dell'Alta Finanza mondiale), non certo per prendere lezioni di catechismo dal papa.
Oggi sostengono ancora il Vaticano perché hanno un bel tornaconto geopolitico dallo snaturamento della Chiesa e delle società!
Questo crea un sistema di pensiero, un criterio di cernita, una "Chiesa del domani" che si oppone ferocemente ad una supposta "Chiesa di ieri" e via dicendo. Opposizioni già da sole indice del prevalere di una scismatica dittatura!
Tutto questo circo è iniziato (o si è accellerato) da Giovanni XXIII. Costui, denominato "papa buono" iniziò a far passare o a tollerare ogni castronata nel Cattolicesimo, tra cui il prevalere sempre maggiore della perversione nel clero.
Nella società e nella Chiesa è in atto una dispotica tirannia a favore del relativismo e dello scioglimento di ogni costruttiva disciplina. Lo stesso Prevost, salutato da alcuni come un salutare cambiamento, non potrà fare gran che, essendone pure lui, almeno parzialmente, contaminato.
Dinnanzi al cancro si devono mettere in atto energiche strategie, non carezze della parte malata. Oggi nel Cattolicesimo, con la complicità di molti utili idioti, si pensa che i mali si devono accarezzare per farli guarire.
Solo quando tutto sarà ridotto ad un lumicino inizierà un rinsavimento, forse...
Pars secunda.
Il cardinale Ratzinger fu uno spirito sostanzialmente modernistico che, però, aveva compreso alcune palesi contraddizioni nelle scelte della gerarchia ecclesiastica odierna.
Tentò di reinterpretare il concilio Vaticano II sulla base della tradizione (come disse mons. Lefebvre) ma fallì. La cosa non interessò né ai cosiddetti tradizionalisti né ai cosiddetti progressisti. Bergoglio fu il risultato, ossia un personaggio che, in nome del Vaticano II, inasprì la rottura con il passato. Fu un autentico rappresentante della pars scismatica del Cattolicesimo.
D'altronde Ratizinger essendo di spirito modernista aveva architettato un sistema di pensiero per assorbire i cambiamenti in quella che lui vedeva come la continuità storica del Cattolicesimo.
Egli propose un escamotage, del quale, al momento, non posso fornire riferimenti precisi ma di cui sono sicuro: ciò che comporta l'unione nel tempo della Chiesa è il PERMANERE DELLA STRUTTURA.
L'escamotage pone in ombra il permanere nella medesima tradizione, oramai negletta, incompresa e disprezzata dai più a favore di qualcosa che non dovrebbe mai cambiare e non dovrebbe essere mai contestato.
Insomma: la Chiesa è Cattolica e permane tale anche oggi perché esiste la struttura di se stessa.
Con questo principio, dunque, si dovrebbe dedurre che l'Anglicanesimo è rimasto a pieno titolo Chiesa Cattolica, com'era precedentemente alla sua rottura con Roma.
Lo spostamento di attenzione dalla sostanza alla forma strutturale prepara il Cattolicesimo attuale ai più incredibili cambiamenti, giustificati perché, tanto, non romperebbero la sua unità con il passato. La base ideologica è preparata per tempo, come si vede!
Peccato che con tale affermazione il Cattolicesimo odierno (se dobbiamo ancora così chiamarlo) sia entrato in una profonda fase scismatica con il suo passato.
C'è da dire che il principio formale di unità ecclesiastica proposto da Ratzinger, si scontra con la storia poiché, nelle primitive comunità cristiane lo stesso servizio dell'episcopato era fatto in alcuni casi da un gruppo di presbiteri, in altri casi dai presbiteri con il loro vescovo e in altri ancora dal solo vescovo. Voler esaminare l'unità della Chiesa con il principio formale ratzingeriano significherebbe essere costretti ad ammettere la disunione di quelle Chiese tra loro!
Prima pars.
Il mondo cattolico attuale, in gran parte, non rappresenta il Cattolicesimo storico ma ne è una rifondazione, un inizio quasi "dal nulla".
Il Concilio Vaticano II non è un semplice riassetto del Cattolicesimo all'interno della modernità, com'è stato presentato, ma una Magna Charta con la quale si rifonda il Cattolicesimo stesso, abolendo di fatto il canale interpretativo della tradizione, e affidandosi ad un criterio personalistico (o pseudo scientifico) nella lettura della Bibbia e nell'adattamento della Chiesa al mondo.
Che questo lo faccia un fedele o un papa, poco importa. Di fatto viene eseguito!
Non è una riforma ma una RIFONDAZIONE. La differenza tra i due termini è semplice: la riforma non si oppone al passato, la rifondazione, sì.
In ciò esiste una grande similarietà con le comunità protestanti non basate su una Riforma (come volevano e vogliono lasciar intendere) ma su una rifondazione (anche qui sul criterio dell'individuale interpretazione della Scrittura, lasciando da parte ed opponendosi alla tradizione).
Ed ecco il punto più dolente: mentre con la riforma NON s'interrompe la successione apostolica (non una semplice trasmissione formale di cose da farsi ma uno spirito con il quale sono fatte), con la rifondazione, sì.
Viene tagliata l'unione tra la successione storica e la solidarietà spirituale dei credenti con Cristo poiché, oggi, c'è la presunzione di fare qualcosa di meglio, quanto nel passato nessuno aveva ancora capito (dunque: che ci sta a fare lo Spirito Santo nella Chiesa?).
A questo punto una tal chiesa non serve più, è puro inganno e manifestazione esteriore dietro alla quale non esiste nulla. Oggi non tutto il Cattolicesimo è così ma una grandissima parte sì.
Solo questo può spiegare l'elezione di un Bergoglio, la sua presunzione e supponenza verso la tradizione, le sue interpretazioni capovolte e i suoi stravolgimenti del Vangelo.
Evidentemente, essendo vuoto di spiritualità, questo "Cattolicesimo" non comprende e combatte in vari modi gli spiriti contemplativi la cui sola esistenza rappresenta per lui una minaccia.