Caro professore,
Ho letto con molto interesse la sua risposta al mio articolo sull’attentato in cui ha perso la vita la figlia del professor Dugin, Darya Dugina. La ringrazio per aver trovato tempo di scrivermi. Mi permetto di fare alcuni rilievi alla sua risposta.
Il concetto di tradizione è molto ampio. Se vogliamo racchiuderlo alla tradizione cattolica, certo per noi più importante, io lo dividerei in divina, apostolica, ecclesiastica. Tutte e tre hanno un’importanza molto grande nell’ambito del cattolicesimo anche se è ovvio che quella divina fonda le altre due. Ora, lei contesta ad Aleksandr Dugin il titolo di tradizionalista tout court per il fatto che non è in comunione con Chiesa cattolica in quanto ortodosso e che non dovrebbe essere un modello da imitare. Ora, apprezzare alcuni aspetti del lavoro di una persona non significa approvare tout court tutto quello che dice e fa. Del resto non credo che san Tommaso d’Aquino, usando il pensiero di Aristotele o sant’Agostino usando quello di Platone intendessero questi due pagani come modello ideale dell’essere cattolico. Ne usavano solo per quello che era utile al pensiero cattolico. Io credo ci sono alcuni elementi interessanti nel pensiero di Dugin ma non è che approvo ogni cosa che dice o compie.
A me non sembra affatto di aver paragonato Darya Dugina a santa Teresa di Gesù Bambino. Ho soltanto presentato il punto di vista di una grande santa cattolica su alcune questioni che hanno riguardato Darya Dugina. Del resto presentare un modello cattolico come ideale non significa affatto pensare che la persona a cui viene accostato sia stata del tutto conforme a quel modello. Io non lo so se Darya Dugina sia in Paradiso o no, cerco di fare bene il mio mestiere e so che Dio fa benissimo il suo e che vede nell’intimo delle persone molto meglio di quello che possiamo noi.
Per quanto riguarda il ruolo del professor Dugin, vorrei dirle che la sua influenza su Putin è presunta, non vi è nulla di acclarato. Lei fa bene a richiamare la sofferenza del popolo ucraino ma sa pure che anche qui le opinioni, anche in ambito italiano, sono difformi e alcuni vedono le responsabilità non solo da una parte. Sia quello che sia, io credo sia segno di un cattolico (vedi sopra, il fatto che io accosto l’etichetta buon cattolico ad una cosa che ho scritto non significa che io lo sia in assoluto, anzi..) sia la capacità di compatire, soffrire con. E questo non ci dice che la nostra sofferenza deve essere riservata soltanto a coloro che sono buoni cattolici, ma a tutti coloro che in un certo momento, per i più svariati motivi, entrano nel nostro spettro emotivo.
M° carissimo: la ringrazio della sua risposta a cui desidero portare miei chiariment. Concordo sulla triplice ripartizione del concetto di tradizione. Per quanto riguarda il prof. Dugin, neognostico e pagano, quale modello da non imitare, lei ricorda come san Tommaso e sant'Agostino presero, rispettivamente, da Aristotile e Platone - due pagani. Vero, ma non da porre sullo stesso piano di Dugin, ché non credo i due nostri santi trovino di che irrobustire la fede e la dottrina cattolica con la letteratura del prof. , diversamente dai predetti greci. Nello scrivere "lei accosta alla giovane santa Teresa del Bambino Gesù" non faccio un paragone ma solo un accosto, un riflesso che è, poi, funzionale alla sua riflessione sulla morte. Sul destino ultimo - secondo la nostra fede - ho scritto essere il Signore Iddio giudice giusto a Cui lasciare il còmpito. Riguardo al ruolo di spin doctor del prof., consigliere di Putin sarà pure, come si dice, estraneo ma resta il fatto che Putin - anche se inconsapevolmente - ha applicato usque ad terminum la teoria del triplice "uccidere" lanciata dal prof. In quanto alle ragioni che hanno spinto Putin ad invadere e devastare l'Ucraina, ritengo qualsiasi motivazione eticamente arbitraria, illegittima perché se guerra ci deve essere, essa va diichiarata e non, come ha fatto, proditoriamente aggredendola.